Crisi Eurocostruzioni scatta la cassa integrazione
JESOLO. Siglato l’accordo, via libera alla cassa integrazione straordinaria per i dipendenti della Eurocostruzioni di Jesolo. La Filca Cisl, con il segretario Alberto Franzo, ha partecipato ieri mattina all’incontroche ha deciso le sorti di questa azienda dell’edilizia, che ha già chiesto il concordato preventivo avanti il tribunale di Treviso per uscire dalla crisi. Le notizie sono buone, anzi ottime. Intanto, dei 52 ex dipendenti, 13 sono già stati ricollocati in altre aziende della zona, per il momento con contratti a tempo determinato. Per gli altri scatta la cassa integrazione straordinaria, ma anche l’accordo per la mobilità.
Questo significa che potranno essere facilmente assunti presso altre aziende con particolari sgravi verso un contratto a tempo indeterminato. Anche il pagamento della cassa integrazione potrà essere anticipato rispetto ai tempi lunghi della burocrazia.
«Abbiamo un accordo con una banca», dice Franzo, «che dovrebbe consentirci di onorare i pagamenti della cassa integrazione anticipandoli, senza aspettare i tempi burocratici di diversi mesi. Quindi gli operai potranno ricevere subito quanto spetta loro grazie a questo accordo. Siamo soddisfatti per il risultato ottenuto in questa situazione davvero difficile per il settore».
Franzo e la Cisl hanno comunque chiesto un incontro in Comune a Jesolo per parlare di questa situazione di crisi nell’edilizia che ha colpito la Eurocostruzioni e che sta trascinando altre aziende del territorio nel baratro.
In particolare piccole aziende artigiane, imprenditori singoli, dipintori, idraulici, ma anche aziende di pavimenti e legate all’edilizia che avevano dei contratti con la Eurocostruzioni. Una lunga filiera che sta soffrendo. C’è chi aspetta pagamenti arretrati fino a 6 o 700 mila euro. Ieri sera si sono riuniti per un primo incontro, circa una ventina. Decideranno assieme quale strada intraprendere, perché alcuni di loro rischiano di dover chiudere i battenti.
Il Comune ha annunciato la formazione di un possibile tavolo con le categorie per cercare di affrontare il problema ed eventualmente discutere delle soluzioni. Ma si tratta di problemi dei privati, del mercato, di un intero settore in crisi, che comunque rischia di pesare socialmente sulla comunità se continuerà l’emorragia di posti e la chiusura di piccole e medie aziende. Eppure la contraddizione è che a Jesolo si continua a costruire e che il prezzo del mattone turistico e anche residenziale sta tenendo.
Giovanni Cagnassi
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