Crisi di vocazioni, arrivano i super parroci
VENEZIA. A Venezia, come in altre Diocesi è in atto un ripensamento della presenza della Chiesa diocesana che tiene conto delle mutate condizioni sociali: diminuiscono le vocazioni, i sacerdoti invecchiano e l’età media è sempre più alta.
Allo stesso modo specialmente in alcune aree geografiche come il centro storico di Venezia, il numero di abitanti e di conseguenza di fedeli è in picchiata e ci si ritrova con molte chiese e pochi parrocchiani.
Nascono così le “ collaborazioni ecclesiali”, come la nuova configurazione pastorale nel centro storico di Venezia dove don Roberto Donadoni è diventato parroco delle comunità dell’area marciana della basilica di San Marco che riunisce le attuali parrocchie di San Moisè, San Zaccaria e San Salvador e comprende anche le rettorie di San Zulian e San Maria del Giglio. Un modo per avere una persona di riferimento che funga da guida, collaboratori di sostegno e un gruppo di laici “cenacoli” che animino la vita parrocchiale.
«Tant’è che in ogni collaborazione parrocchiale», spiega il Patriarcato, «si sta cercando di avviare un gruppo organico costante che sia motore della vita pastorale», per «garantire in quel territorio una vita cristiana completa, dal battesimo all’iniziazione cristiana».
NOMINE
In quest’ottica vanno le nuove nomine del patriarca, Francesco Moraglia, che proprio ieri ha designato monsignor Angelo Pagan arcidiacono della Basilica di San Marco, monsignor Orlando Barbaro arciprete della Basilica e rettore della chiesa del cimitero di San Michele in Isola a Venezia, monsignor Daniele Memo delegato “in spirituali bus” della chiesa di Santa Fosca in Torcello.
Decisioni relative al Capitolo della Cattedrale di San Marco, nonché specifiche deleghe di carattere pastorale prese in considerazione dell’età raggiunta dalle persone interessate e per effetto delle norme relative alla rinuncia e dimissioni dei parroci al compimento del 75esimo anno di età.
NUMERI
In questi ultimi tre anni il numero di parrocchie è passato da 128 a 125 – recente il trasferimento delle due parrocchie di Caorle, Castello e Brussa, alla diocesi di Pordenone - e a breve con il passaggio della chiesa di Santa Lucia a santuario, diverranno 124. Il territorio della comunità di Santa Lucia verrà diviso tra San Marcuola e San Giobbe. Le collaborazioni pastorali sono 40 e comprendono tutte le chiese. Sono escluse perché fanno collaborazione a sé la parrocchia di Santa Maria Formosa a Venezia, San Lorenzo a Mestre, l’Addolorata sempre in terraferma e la parrocchia di Chirignago. In media ogni collaborazione pastorale ha dalle due parrocchie con punte di quattro o cinque fino ad arrivare a sette, vedi alla voce Eraclea. Per contro i parroci, che possono essere anche religiosi, sono 85, mentre i sacerdoti in Diocesi sono 167, con un’età media over 60, contro i 234 del 1990.
SUPER PARROCI
Nella terraferma quasi tutte le parrocchie hanno il loro pastore, ossia un parroco tout court, tranne alcuni sporadici casi. I parroci con più comunità si trovano soprattutto in centro storico a Venezia, a Caorle e in Riviera. Don Danilo Barlese, ex vicario pastorale, deve seguire quattro parrocchie tra Caorle, Porto Santa Margherita, Ca’ Cornani e Brian di Eraclea. Dal Veneto orientale a Venezia, don Narciso Belfiore, salesiano, si divide tra San Pietro di Castello, San Francesco di Paola, San Giuseppe e sant’Elena. In Riviera don Cristiano Bobbo segue le parrocchie di Oriago e Ca’ Sabbioni. Così don Andrea Longhini (Carmini Gesuati e San Trovaso), stessa cosa per il cappuccino fra Anastasio Bonato che segue tutte le parrocchie della collaborazione pastorale della Giudecca. Non sono da meno, fra Lino Pellanda a Dorsoduro e il super parroco don Stefano Costantini.
Molte delle scelte tengono conto della prossima Visita pastorale nel centro storico veneziano, che partirà da gennaio 2019 e proseguirà fino ai primi mesi del 2020. —
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