Crisi aziendali in riduzione la ripresa si fa strada

Dimezzate in tre anni le ore di cassa integrazione, assunzioni in aumento

In provincia di Venezia il saldo tra assunzioni e licenziamenti continua ad essere positivo, il numero delle aziende che avviano procedure di crisi si è più che dimezzato negli ultimi due anni, il ricorso alla cassa integrazione è precipitato ai minimi storici.

Insomma, il peggio della crisi economica iniziata alla fine del 2008 con il crollo dei “subprime” statunitensi e lo scoppio di una crisi finanziaria mondiale senza precedenti, sembra davvero passato. Lo confermano i dati della agenzia Veneto Lavoro relativi alle dinamiche del mercato del lavoro (nuove assunzioni e cessazioni dei rapporti) e al saldo delle procedure di crisi aziendale avviate, dei licenziamenti e del ricorso alla cassa integrazione nell’arco dell’anno appena trascorso. A corroborare questi dati positivi c’è il tasso di crescita con un +1,7% sull’anno precedente (qualche punto decimale in più rispetto alla media nazionale) e la disoccupazione tra il 6 e il 7%, nettamente al di sotto della percentuale nazionale ferma all’11%.

Le crisi aziendali. Il report annuale, relativo al 2017, messo a punto dall’Osservatorio dell’Agenzia Veneto Lavoro, conferma la progressiva diminuzione del numero di aziende in grande difficoltà che hanno avviato la procedura di crisi aziendale, e che prevedono quindi il ricorso alla cassa integrazione straordinaria e alle procedure di licenziamento collettivo. Nel 2014 erano 278, scese a 217 l’anno dopo, a 106 nel 2016 e l’anno scorso a 93 e in grande parte appartengono al settore manifatturiero, a cominciare dall’edilizia che resta il settore più colpito dalla crisi che ancora stenta a riprendersi.

Di conseguenza si è drasticamente ridotto anche il ricorso alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria con un numero di ore autorizzate nettamente in calo: le 3.054.776 di ore autorizzate nel 2015 sono scese a 2.554.620 nel 2016, fino al 1.519.170 di ore di lavoro non effettuato ma indennizzato dell’anno scorso. Una quota sempre più rilevante di attivazioni del ricorso alla cassa integrazione straordinaria (prevista, ora, solo in caso di una prevista ripresa del lavoro e non più nel caso di un’azienda destinata a chiedere) è dovuta ad accordi che la trasformano in “contratto di solidarietà” secondo la nuova disciplina prevista dal Jobs Act.

I licenziamenti. Dal 1 gennaio 2017, come previsto dalla legge di riforma (92/2012), l’istituto dell’indennità di mobilità è stato superato: ora quanti perdono il posto di lavoro a seguito sia di licenziamento individuale che di licenziamento collettivo beneficiano, avendone i requisiti, del medesimo programma di sostegno al reddito dei disoccupati (Naspi). Al calo delle crisi aziendali corrisponde, così, anche una riduzione dei licenziamenti individuali per giusta causa (disciplinari ed economici) e collettivi. Rispetto agli 8.340 licenziamenti di questo tipo, legati alle procedure di crisi aziendale, del 2016, il 2017 si è chiuso con un saldo di 5.740 licenziamenti, a cui si sono aggiunte 26.670 dimissioni volontarie dal lavoro e ben 156.640 per scadenza del contratto a termine.

Assunzioni e cessazioni. Un ulteriore dato che conferma la progressiva ripresa economica in atto, è il saldo positivo tra le cessazioni dei rapporti di lavoro dipendente che nel 2017 ha riguardato 198.970 rapporti di lavoro e le nuove assunzioni che sono state 204.200, delle quali gran parte (130.640) sono state fatte con un contratto di lavoro a tempo determinato, quasi 60 mila con l’apprendistato o il lavoro somministrato e soltanto in 14.040 casi con un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Le assunzioni sono in netta crescita se si considera che nel 2016 erano state 179.300 e nel 2015 erano 184.080. La netta prevalenza tra contratti di assunzione a termine rispetto a quelli a tempo indeterminato è una dato che ormai caratterizza da più di qualche anno il mercato del lavoro italiano e si è acuita nell’ultimo anno a causa della cessazione degli incentivi fiscali per l’assunzione di giovani apprendisti, riconfermati dal Governo uscente del premier Gentiloni anche per tutto il corso del 2018.

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