Cremazione, tempi lunghi funerali rinviati per giorni
SPINEA. Giorni di attesa per cremare i defunti, funerali che slittano fra la rabbia di amici e parenti. Salme che devono essere riportate negli obitori di Dolo o Mirano per rispettare la lunga lista d’attesa del crematorio comunale di Spinea gestito da Veritas. È questa la situazione che denunciano tante imprese funebri di Riviera del Brenta e Miranese per l’aumento della procedura della cremazione per i funerali.
«La situazione è sempre più ingestibile», spiega Paolo Lucarda, titolare di una serie di agenzie funebri a Mira e Mestre, «il 60% dei funerali è fatto con la modalità della cremazione. Si tratta di una pratica incentivata dai Comuni della Riviera e del Miranese che hanno sempre meno posto per collocare i morti sia nei loculi che nei campi di inumazione. È paradossale che se da un lato si incentiva questa pratica, dall’altro invece si creano problemi e i funerali vengono fatti slittare anche di dieci giorni perché non c’è posto. Per non parlare poi dell’assenza nei campisanti di loculi cinerari».
Lucarda poi spiega che al crematorio di Marghera i defunti in Riviera o nel Miranese non possono essere portati perché non è Comune di loro residenza o di Asl di appartenenza: «Se non si apre un altro centro di cremazione se si va avanti così ci vorranno 20 giorni prima di fare un funerale».
Stessa posizione da parte dell’azienda funebre Dal Corso di Gambarare: «Il problema», spiega il titolare, «è reale. La gente sceglie per i propri defunti la pratica dell’inumazione sia perché i costi di un loculo sono proibitivi, sia perché anche le inumazioni sono diventate un problema».
Nel Miranese la musica non cambia e l’impresa Bernardi ammette che ritardi ce ne sono: «Le date dei funerali in alcuni casi, a causa delle liste di attesa al crematorio, slittano davvero. A me non sono capitati per fortuna slittamenti troppo grandi».
Veritas, che gestisce il crematorio di Spinea, ammette il problema: «Effettivamente i tempi d’attesa sono quelli denunciati e cioè di circa una settimana almeno. Questo è dovuto al fatto che siamo in una fase di transizione nel caso del crematorio di Spinea che ora gestiamo noi, ma che prima era gestito da un’azienda privata. C’è poi anche il fatto che questo è un periodo in cui il personale è minore perché i dipendenti sono in ferie».
Alessandro Abbadir
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