Craft prima di morire «Lasciatemi riposare vicino a Stravinsky»

Il grande direttore d’orchestra americano voleva essere sepolto a Venezia accanto al maestro. Ma ci sono problemi burocratici
Di Gianluca Codognato

LIDO. Il suo nome è legato indissolubilmente a quello del grande compositore Igor Stravinsky, di cui è stato confidente e una sorta di “figlio putativo”. Ma, per chi ne sa di musica, Robert Craft è considerato anche un eccellente compositore di fama internazionale, nonché apprezzatissimo direttore di orchestra e scrittore.

Eppure la sua morte, avvenuta lo scorso 10 novembre negli Stati Uniti, dov'è nato, ha messo in moto un complesso iter burocratico, che vede come principale intermediario l’impresa funebre Rallo di Mestre, costretta agli straordinari per esaudire il legittimo sogno di Craft. Quale? Essere seppellito vicino al suo “maestro” Stravinsky, nel settore greco ortodosso del cimitero nell’isola di San Michele. «Allo stato attuale» spiega Stefano Santinello, titolare assieme al padre dell’impresa funebre di via Circonvallazione «la salma del compositore americano, che a suo tempo ha organizzato qui a Venezia il funerale per Igor Stravinsky, si trova in una cella mortuaria in America. Con i parenti di Robert Craft siamo in contatto praticamente dal giorno della sua morte, e in questo lasso di tempo abbiamo fatto di tutto perché la situazioni si sblocchi. Per fortuna alla vigilia di Natale ci hanno comunicato che qualche cosa oltre oceano s’è mossa. Speriamo bene».

Come detto, l’ultimo desiderio di Craft rischia di affogare in un mare di burocrazia e di prese di posizione troppo categoriche. In pratica, la richiesta di seppellire la salma a San Michele deve partire dal consolato italiano negli Usa, il quale ha il compito di inoltrare la domanda al Comune di Venezia. Il consolato, però, ha temporeggiato tutto questo tempo, in attesa della documentazione necessaria. Nel frattempo l’impresa Rallo ha scritto alla polizia mortuaria, ma anche alla Fenice, sottolineando l’onore e il prestigio di poter ospitare questo grande direttore d’orchestra nella nostra città. «Nei giorni scorsi» spiega ancora Santinello «il nipote di Craft ci aveva scritto disperato, facendoci capire che stava ormai perdendo la speranza di esaudire il sogno del defunto. Tra l’altro supponiamo che abbia dovuto affrontare anche una spesa molto impegnativa per mantenere la salma nella cella mortuaria per più di un mese e mezzo. Alla vigilia di Natale, però, ci ha riscritto felice, spiegandoci che il consolato italiano aveva finalmente ricevuto la documentazione richiesta».

Storia conclusa, dunque? Non proprio, perché ora si attende la risposta del Comune, ma soprattutto l’apertura da parte della comunità greco-ortodosso che ha già respinto al mittente la richiesta di seppellire Robert Craft nel proprio cimitero. «Ci auguriamo che cambino idea» conclude Santinello «Dovrebbe essere un onore per tutti ospitare un personaggio così prestigioso nella nostra città».

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