Cozzolino: l’ho saputo leggendo il blog
MESTRE. La doccia fredda, per Emanuele Cozzolino, è arrivata in serata. Con un post pubblicato in serata sul blog del Movimento. Espulso dal movimento, senza possibilità di appello. Sperava di poter rientrare tra quei casi per i quali i probiviri hanno deciso un provvedimento più leggero: il richiamo. E invece si trova tra gli espulsi, «vittima» - dicono ora attivisti a lui vicino - «della linea dura voluta da Di Maio».
Al deputato veneziano ieri sera non è arrivata alcuna comunicazione. «No», conferma lui, «è uscito solo il post». Lo ha letto lì. E pensare che per tutta la giornata aveva coltivato la speranza di essere riammesso, rinfrancato anche dalla solidarietà manifestatagli dalla base. «Ho commesso un errore, ma non ho tradito il movimento». Con queste parole un attivista del Movimento Cinque Stelle riassume il chiarimento fornito dal deputato Cozzolino agli attivisti del M5S sul caso “Rimborsopoli” che lo ha visto finire tra gli otto parlamentari allontanati per un mancato versamento al fondo delle piccole imprese di 13 mila euro. Venerdì sera Cozzolino ha incontrato un gruppo di attivisti del Movimento a Vigonovo, dove era in programma un incontro per la presentazione dei candidati del Movimento. Davanti a una cinquantina di persone, a spiegare obiettivi e programma, c’erano i candidati per Camera e Senato Alvise Maniero, Anthony Candiello, Arianna Spessotto, Gianni Pietro Girotto e Orietta Vanin. Nella squadra doveva esserci anche Cozzolino, candidato alla camera nell’uninominale di Rovigo e nel plurinominale di Venezia, ma dopo lo scoppio di Rimborsopoli si è auto-sospeso dal Movimento e ha interrotto la campagna elettorale. Cozzolino è arrivato solo in tarda serata, intorno alle 22.30, si è seduto tra il pubblico e poi ha avuto un colloquio informale con gli attivisti, incassando la loro solidarietà.
A interpretare il sentimento degli attivisti è il sindaco di Vigonovo, Andrea Danieletto. «Io e molti altri non abbiamo mai avuto dubbi sulla sua correttezza, si è sacrificato per le nostre battaglie e penso a quella dell’interramento dell’elettrodotto», sostiene il sindaco, «venerdì sera ha incassato la fiducia del gruppo. La nostra speranza è che venga riammesso». Parole che in serata, si sono scontrate con la decisione arrivata da Roma. Negli ultimi giorni Cozzolino ha cercato, agli occhi dei vertici romani e soprattutto dei probiviri, di scrollarsi di dosso le accuse. Puntando su tre aspetti. Primo: l’ammanco di 13 mila euro (sceso a 6 dopo le verifiche), il più basso tra quelli della black list, giustificato con un problema personale e comunque già saldato. Secondo: la buona fede certificata, a detta di Cozzolino, dal fatto di aver versato al fondo per le piccole imprese oltre 180 mila euro. Terzo: il rispetto delle regole e la fedeltà al movimento con l’autosospensione e l’interruzione della campagna elettorale.
Non è bastato. Ieri pomeriggio a Scorzè, di fronte ai consiglieri comunali e a un gruppo di attivisti del Miranese, Cozzolino ha spiegato: «Ho sospeso la campagna elettorale per non essere di peso». Parole che lasciavano sottintendere il desiderio di tornare tra i banchetti. I consiglieri gli hanno chiesto conto dei mancati versamenti e Cozzolino ha ribadito di aver attraversato un difficile momento personale - senza specificarne i contorni - e di aver cominciato a ripianare il mancato versamento. «Ha commesso un errore, una leggerezza, ma si è anche impegnato da subito a ripianare il mancato versamento», dice Massimo De Pieri, consigliere a Spinea, «per cui noi, a fronte del fatto che ha versato oltre 180 mila euro e che il suo caso non è certo paragonabile con quello degli altri parlamentari gli abbiamo confermato la fiducia. Ci auguriamo che anche a Roma, vertici e probiviri, prendano la stessa decisione». Non è andata così.
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