Costruzione del Palais Lumière «Utilizziamo l’acciaio dell’Ilva»

Basilicati chiede un incontro con il ministro Zanonato e il 7 illustrerà il progetto agli industriali Resta l’incognita dell’acquisto dei terreni a Marghera: «I preliminari vanno rinnovati di sei mesi»
Di Francesco Furlan

MARGHERA. Per realizzare lo scheletro del Palais Lumière servono 100 mila tonnellate d’acciaio: perché non utilizzare quello dell’Ilva di Taranto, che ha una sede anche a Marghera, a un tiro di schioppo da dove dovrebbe essere realizzata la torre di Pierre Cardin? A porsi la domanda è Rodrigo Basilicati, progettista dell’opera e nipote del maestro della moda, che si rivolge direttamente al ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato: «Chiedo al ministro l’opportunità di incontrarlo per illustrargli le rilevanti ricadute occupazionali generate dalla realizzazione del Palais Lumière. In particolare vorrei sottolineare l’ingente commessa di acciaio, pari a 100.000 tonnellate, che ci piacerebbe potesse essere fornita direttamente dall’Ilva, la cui crisi è attualmente all’attenzione dello stesso ministro Zanonato».

Ieri Basilicati è tornato a parlare di Palais Lumière durante la presentazione della mostra Sculptures Utilitaires nello spazio creativo Pierre Cardin di Calle della Regina, a Santa Croce. Basilicati, parlando della mostra - doveva esserci anche lo zio, che però alla fine è rimasto a Parigi - e del progetto del Palais, ha ricordato che, dopo l’incontro di un paio di settimane fa con gli artigiani, il prossimo 7 giugno incontrerà gli industriali, per illustrare loro il progetto che, secondo i calcoli degli stessi proponenti, potrebbe dar lavoro nei prossimi anni a 16mila persone (5mila solo gli addetti diretti), per un investimento di circa 2,5 miliardi di euro. L’obiettivo è realizzare lo scheletro dell’opera in tempo per l’Expo 2015 di Milano.

Va detto che resta però l’incertezza sull’iter per autorizzare il progetto: dopo la firma preliminare dell’accordo di programma con Comune, Provincia, Regione e Autorità portuale, il progetto dovrà essere sottoposto allo screening della commissione Via (Valutazione impatto ambientale), con il rischio che tutto rimanga congelato per altri sei mesi.

Ipotesi dello stesso Basilicati, secondo il quale l’unico vero problema è dato dalla firma dei preliminari per l’acquisto dei terreni sui quali sorgerà il progetto. «I preliminari sono in scadenza», spiega, «e se non ce li rinnovano per altri sei mesi dovremo abbandonare il progetto: non possiamo definire l’acquisto dei terreni prima di avere la certezza di realizzare il Palais Lumière».

Basilicati ha anche spiegato che, nei panni di proponenti, hanno scritto all’Unesco sollecitando un parere sul presunto inquinamento visivo - problema sollevato da comitati e associazioni - che il Palais provocherebbe al centro storico della città, dal quale sarebbe bene visibile per la sua altezza di 250 metri. Oggi intanto al mercato di Marghera ci sarà un banchetto del comitato nato a sostegno dell’intervento.

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