Costa offre il Porto a Berengo Gardin
«Gentile Maestro, leggo delle difficoltà che ha incontrato a Venezia per l’allestimento della mostra con le sue foto sulle grandi navi. Mi dispiace e Le propongo di accettare l’offerta di far ospitare la sua mostra dall’Autorità portuale che presiedo, naturalmente in uno spazio aperto al pubblico».
Inizia così la lettera aperta - che pubblichiamo integralmente qui a fianco - che il presidente dell’Autorità portuale di Venezia, Paolo Costa, ha indirizzato al grande fotografo Gianni Berengo Gardin offrendo gli spazi della stazione passeggeri dello scalo portuale - tra Santa Marta e San Basilio - per ospitare a Venezia quella mostra sul problema delle grandi navi che non è riuscito a fare a Venezia e che il Fai ha invece proposto, con grande eco internazionale, a Villa Necchi Campiglio a Milano. Berengo Gardin si è molto lamentato del sostanziale ostracismo che Venezia ha decretato alle sue immagini, ribadendo però la sua volontà di realizzarla comunque in laguna e in un luogo pubblico.
E Costa - con una mossa molto abile, considerando che per lo stesso Comune e ancor più per il Comitato No Grandi Navi, è considerato un “alleato” naturale delle compagnie di crociera, per le quali ora vuole anche far slittare i limiti di tonnellaggio al passaggio in Bacino di San Marco già stabiliti - gliene offre ora la possibilità.
«Non trovi stravagante», si affretta a precisare Costa a Berengo Gardin, «la mia proposta. Pur nell’esercizio delle mie responsabilità, che sono quelle oggi di tutelare l’attività portuale - anche quella crocieristica- da esercitare entro limiti di sostenibilità ambientale e paesistica che vanno continuamente ridefiniti, non ho mai negato, anzi, la necessità urgente di cancellare la sproporzione disarmonica tra le grandi navi e il costruito veneziano».
E l’offerta di Costa a Berengo Gardin è anche un astuto tentativo di depotenziare la forte carica provocatoria e di denuncia delle immagini di Berengo Gardin, pur mostrandole come lui vorrebbe. «Quello che Le propongo», scrive ancora Costa al fotografo, «è che, proprio partendo dalle sue opere, negli spazi della mostra si organizzino convegni e incontri sul tema di Venezia e della sua portualità. Una serie di incontri e seminari che affrontino ogni aspetto della saga sulle grandi navi in una sorta di confronto tra “verità” - più o meno scientifica - e “verità” fotografica. Mostra e incontri potrebbero tenersi a partire da fine agosto in concomitanza con l’alta stagione culturale di Venezia». I “Mostri a Venezia” - questo il titolo della mostra milanese di Berengo Gardin che documenta il passaggio delle grandi navi in Bacino di San Marco e i loro effettoi dirompenti anche sul piano visivo - potrebbero effettivamente tornare in laguna, ma “annegati” in mezzo a una serie di dibattiti e convegni organizzati al Porto, dove presumibilmente verrebbero esaltate le virtù del crocierismo e i suoi benefici effetti per l’economia veneziana. La parola adesso passa a Berengo Gardin per una risposta, anche se la sua mostra - per sua stessa ammissione - era rivolta più ai veneziani, che ai crocieristi di passaggio che affollano la Marittima. (e.t.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia