Costa: «Il Contorta unica alternativa»
VENEZIA. «Il dissesto della laguna c’è, anche senza scavare il nuovo canale. E va affrontato. Il Contorta può essere un’occasione per invertire la tendenza». Il presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa si dice sicuro che nei tempi stabiliti il progetto del nuovo scavo per le grandi navi sarà realtà. Le 362 osservazioni arrivate alla commissione Via del ministero non lo spaventano.
Presidente Costa, non sono un po’ tante 362 osservazioni, quasi tutte negative?
«Con i nostri tecnici le abbiamo studiate una a una. Alla fine siamo arrivati alla conclusione che di queste, 289 sono praticamente identiche. Fatte con il copia-incolla, con il sistema del web usato dal Movimento Cinquestelle».
Dunque secondo lei le obiezioni non sono autentiche?
«Non dico questo. Ma è un fatto che vengono usate le stesse parole, gli stessi slogan. Più un manifesto politico contro le navi che altro».
Le altre 73?
«Anche qui bisogna fare un distinguo. La maggior parte riguardano questioni prcedurali: Legge Obiettivo, decreti, legittimità. Questo riguarda il Tar. So che ci sono state richieste di chiarimento da parte del ministero alle Infrastrutture. Evidentemente le hanno date, visto che la procedura non si è fermata».
Quante ne restano a vostro parere?
«Le osservazioni a cui noi risponderemo sono una ventina. Riguardano la questione della sicurezza, l’idraulica e la perdita dei sedimenti in quel tratto di laguna».
Anche queste sono obiezioni da non considerare?
«Gli effetti sull’idraulica del nuovo canale vengono definiti modesti. Ci sono visioni diverse tra professori sul modello da usare, ma tutti concordano che nella laguna centrale e nella zona di partiacque la situazione è migliore del resto della laguna. Anche Sabbadino lo diceva, e non usava modelli matematici».
C’è da vedere cosa succederà quando lì passeranno navi da 130 mila tonnellate.
«Questo bisogna studiarlo. Come dovremo studiare anche gli effetti del vento in quel tratto di laguna libera, della pesca di frodo. Ci sono alcuni suggerimenti da approfondire. Rimangono i problemi di erosione che la laguna ha, a prescindere dai nuovi scavi. Possiamo scegliere tra velme e barene. Ma bisogna decidere: se vogliamo proteggere la laguna bisogna anche fare le barene artificiali».
Il Porto non vuole discutere su alternative meno impattanti per la laguna?
«Ma non ci sono. Marghera potrebbe esserlo, ma solo nel futuro, se realizzeremo l’off shore e toglieremo dal canale dei Petroli le navi mercantili».
Il terminal al Lido come propongono Duferco e De Piccoli?
«Esamineremo anche quella proposta, ho già convocato una Conferenza dei servizi. Ma, ripeto, si tratta di un altro livello di progetto. Tutti possono proporre una soluzione e si può valutare quale sia il progetto migliore, ma c’è chi ha la responsabilità di decidere che deve farlo. E sono gli organi tecnici, la Capitaneria, l’Autorità portuale. Può essere meglio una macchina a benzina di una macchina a gas. Ma prima di tutto deve essere una macchina».
Allora il Contorta si farà?
«Spero di sì. Dobbiamo dare risposte rapide alle compagnie crocieristiche. Se no le navi se ne andranno».
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