Costa: «Canale Contorta, si farà la gara»

Il presidente del Porto di Venezia conferma l’incontro con Mazzacurati: «Ma non abbiamo parlato dello scavo e di appalti»
La linea tratteggiata indica il canale Contorta da scavare in laguna
La linea tratteggiata indica il canale Contorta da scavare in laguna

VENEZIA «Mazzacurati mi aveva chiesto di salutarmi prima della sua partenza per gli Stati Uniti. Ho accettato perché era da poco morto suo figlio ed era molto provato. Ma mai, mai, abbiamo parlato dello scavo del Contorta o di altri appalti».

Così il presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa commenta la notizia del giorno: il gran daffare - testimoniato da informative e intercettazioni della Guardia di Finanza - che si sono dati Piergiorgio Baita e l’imprenditore padovano Attilio Adami (Protecno Srl) per cercare di convincere il porto ad affidare ad imprese legate loro e al Consorzio lo scavo del Canale contorta dell’Angelo, progetto da 148 milioni di euro dell’Autorità portuale per realizzare una nuova via di accesso alla Marittima per le grandi navi da crociera.

La cricca del Mose voleva il Contorta
Piergiorgio Baita ai tempi della Mantovani, sui cantieri del Mose

Occhio alle date: è il marzo di quest’anno. Baita e Mazzacurati - nell’estate 2013 - sono già stati arrestati, scarcerati e a Venezia tutti sanno che l’inchiesta sul Mose è avviata, anche se il terremoto del 4 giugno è ancora lontano. Mazzacurati non è più presidente del Cvn. Nonostante questo, Baita&Co chiedono a Mazzacurati di sondare Costa, per convincerlo ad un’assegnazione diretta dei lavori. E - secondo le informative della Finanza alla Procura- Mazzacurati promette il proprio interessamento, incontra Costa e poi a Baita assicura che la disponibilità del presidente del porto c’è.

«Se ha detto così, millantava: ho sempre detto pubblicamente che per lo scavo del Contorta - se il governo lo autorizzerà - bisognerà fare una gara europea, come ho sempre fatto», insiste Paolo Costa, «sono vent’anni che mi occupo di appalti, ho iniziato dopo la Tangentopoli e le inchieste di Di Pietro, e ho sempre tenuto fede alle regole che mi diede Plinio Sacchetto quando venni nominato ministro dei Lavori pubblici: mai ricevere le imprese, procedere sempre con gare d’appalto e commissioni nominate di volta in volta. Così come è accaduto per il terminal di Fusina o il raccordo interno, mai fatto assegnazioni dirette».

Paolo Costa, presidente del Porro di Venezia
Paolo Costa, presidente del Porro di Venezia

Ma qualche gara pure è stata vinta dalla Mantovani...

 «Sì, certo, come a Fusina, ma in maniera trasparente».

Eppure Mazzacurati era stato arrestato per tangenti: non ha sentito la necessità di tenere a distanza l’uomo considerato, con Baita, il padre del sistema di fondi neri e tangenti intorno al Mose?

«Mi chiese di salutarmi prima di partire....che potevo dirgli? Eppoi, l’uomo che avevo conosciuto io - come ha detto anche Massimo Cacciari - era molto diverso da quello raccontato dall’inchiesta. Con lui parlavo di Banca degli Occhi e Marcianum, non di appalti».

Lo scavo del Contorta, se approvato dal governo, finirà in Legge obiettivo: sarà affidato al concessionario Consorzio Venezia Nuova, automaticamente?

«No, si farà la gara».

Il vostro stesso studio ambientale dice che avrà un impatto negativo sulla laguna...

«No, saranno fatte opere morfologiche per evitarlo. Se lo scavo del canale costerà 40 milioni (6,5 milioni di mc di fango - ndr - per portare la profondità a -10,5 metri e la larghezza a 160 metri ), 60 saranno spesi per ricostruire velme e barene e 20 di sottopassi. Siamo tutti traumatizzati dall’esperienza del Canale dei Petroli, ma si può rimediare».

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia