Cossato: «Costretti a chiudere la stagione fatta per i veneziani»

VENEZIA. Ultimo saluto ieri per la Società Veneziana dei Concerti - che concluderà la sua attività - dopo oltre trentaquattro anni di attività, dal 1984 - il prossimo 9 giugno nella sala della Scuola...

VENEZIA. Ultimo saluto ieri per la Società Veneziana dei Concerti - che concluderà la sua attività - dopo oltre trentaquattro anni di attività, dal 1984 - il prossimo 9 giugno nella sala della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista (sua nuova sede dopo l’interruzione della collaborazione pluriennale due anni con il Teatro La Fenice) con un concerto riservato agli abbonati della stagione del pianista Andràs Schiff (con musiche di Bach, Mozart, Beethoven, Schumann, Brahms). Ieri alla Fondazione Levi è stato lo stesso direttore artistico della Società Veneziana dei Concerti Paolo Cossato, che per tutti questi anni ha curato le stagioni cameristiche, a chiarire pubblicamente le ragioni della decisione, ormai inevitabile. «Siamo ancora in leggero attivo - ha spiegato Cossato - ma interrompiamo l’attività perché presto non riusciremmo più ad andare avanti. La fiscalità - tra Siae, Iva e altri tributi - si “mangia” ormai il 77 per cento dei nostri introiti al botteghino. Inoltre non possiamo più contare su sponsor dopo che il Comune ha deciso di non sostenere più l’attività della stagione concertistica veneziana. Inoltre, in linea con il calo della residenzialità, anche lo «zoccolo duro» dei nostri abbonati, ancora circa 200, è destinato inevitabilmente a ridursi. Ma il colpo decisivo è stato il venire meno della disponibilità del Teatro La Fenice per la nostra stagione cameristica, che ci ha tolto, di fatto, il pubblico turistico». E su questo punto, in modo pacato ma fermo, Cossato dissente da quanto sostenuto recentemente anche dal sovrintendente del teatro Fortunato Ortombina sulla fine della collaborazione. «Non è vero che non avessimo pubblico per la Sala Grande - ribatte - perché venivano venditi circa 700 biglietti a concerto, tra pubblico pagante e abbonati. Le Sale Apollinee proposte hanno una capienza di 150 posti e questo avrebbe impedito di sostenere buona parte dei costi di gestione della stagione - come abbiamo sempre fatto - venendo meno parte dei ricavi. Non voglio polemizzare, ma è stata con la decisione presa con l’allora sovrintendente Cristiano Chiarot che è venuta meno la lunga collaborazione con la Fenice, che ringraziamo per il passato».(e.t.)



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