«Così Stampini ha rovinato mio figlio»

Dolo. Drammatica udienza in Tribunale con la madre del piccolo: non parla, non cammina e ha la mandibola bloccata
DOLO. «Quando mio figlio è nato, non l’ho sentito piangere. E ho capito che c’era qualcosa che non andava. Ero stremata da tre giorni di contrazioni, mi hanno messo una mascherina per farmi rilassare e hanno portato via il bimbo. In tre anni non ho mai saputo per quanto tempo mio figlio sia stato incastrato durante il parto». È un ricordo lucido quello della mamma del piccolo nato il 26 dicembre 2014 all’ospedale di Dolo che ha riportato un grave danno neurologico poiché, secondo l’accusa, a seguire le fasi più critiche del parto è stato Andrea Stampini, il finto ginecologo che in realtà aveva in tasca un diploma da geometra. Per questo il pm Giorgio Gava lo accusa di lesioni gravissime ed esercizio abusivo della professione. La voce della giovane mamma di Camponogara, ieri citata in tribunale a Venezia come parte offesa nell’ambito del processo a Stampini, si incrina solo quando parla del piccolo. «Ha quasi tre anni. Non parla, non cammina, non riesce a interagire, non sa usare le mani. Per lo sforzo del parto ha un blocco muscolare della mandibola: non mastica e fa molta fatica a deglutire. Nei suoi primi dieci giorni di vita, non si sapeva nemmeno se fosse sopravvissuto. Ho dovuto lasciare il lavoro perché ha bisogno di assistenza 24 ore su 24. Da allora la mia vita è tra i dottori: ho girato il più possibile per trovare uno spiraglio. La speranza c’è sempre».


La ricostruzione del parto.
La donna ha ricostruito il parto davanti al giudice Enrico Ciampaglia. «Avevo le contrazioni già da due giorni, ero andata in ospedale il 24 e il 25 dicembre ma mi avevano rimandata a casa. Mi hanno ricoverata alle 9 del 26, nel giorno previsto per il parto. Alle 16 mi hanno fatto l’epidurale, prima l’anestesista non era disponibile. Il problema era che la dilatazione proseguiva lentamente, nonostante la doccia calda e varie posizioni assunte per agevolare la nascita». Alle 21 era subentrato nel turno Andrea Stampini, libero professionista della società padovana Efds incaricata dall’allora Usl 13 di coprire le guardie mediche in Ostetricia a Dolo. «Gli ho chiesto il cesareo, mi ha risposto che non apriva la sala operatoria per niente e che bisognava attendere i tempi tecnici», ha proseguito la mamma, «Alle 23 sono entrata in sala parto. Ad un certo punto Stampini ha chiesto la ventosa, ma non ho visto chi l’ha usata. Mi ha fatto sempre restare supina. Sono stata con lui 10-15 minuti, poi è tornato il ginecologo che mi aveva visitato alla mattina. Non so perché l’abbiano richiamato. Nell’attesa c’è stato un momento di pausa: un paio di minuti in cui tutte le tante persone che erano in sala parto sono rimaste immobili. Arrivato il ginecologo, si è seduto davanti a me senza camice. È riuscito a far uscire il bambino dopo diverse manovre. Mi è parsa un’eternità, tra dolori atroci». L’avvocato Silvia Sorrentino, che rappresenta i genitori del bimbo assieme a Giorgio Bortolotto, ha chiesto alla mamma quali fossero i progetti della coppia prima dell’evento. «Di avere altri figli. Ma da allora sono terrorizzata».


I titoli finti.
In aula anche un carabiniere del Nas che ha seguito le indagini sui titoli di Stampini. Il militare ha confermato che l’uomo ha sostenuto solo 7 esami di Medicina all’Università di Ferrara per poi trasferirsi a Bologna dove non ha proseguito. E ciò nonostante abbia in seguito presentato il certificato di laurea e l’iscrizione all’Ordine. Prossima udienza il 16 marzo per sentire il personale della sala parto.


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