Così si è trasformata Mestre: Giacomelli racconta i cantieri del Novecento

MESTRE. Immagini inedite, la città del Novecento che si trasforma. Una cinquantina di immagini, che coprono un arco di tempo di quasi mezzo secolo, dagli anni Venti ai primi del Settanta, e che raccontano momenti importanti della vita della città e del Paese: dalla costruzione dell'acquedotto di Marghera (1923) alla realizzazione del cavalcavia di Mestre (1928), dalla edificazione del Tempio votivo del Lido (1928) e del Ponte della Libertà (1932) al restauro del teatro Goldoni (1970), sino alla documentazione dei lavori per l'autostrada del Sole o per lo svuotamento della diga del Vajont, dopo la tragedia del 9 ottobre 1963. Ma c’è anche la cisterna, simbolo di Marghera. E la costruzione dei Gasometri, oggi al centro di polemiche per il progetto di trasformazione in albergo da parte della Mtk. Il fondo Giacomelli, acquisito un ventennio fa dal Comune di Venezia, non smette di affascinare: le cinquanta foto inedite sono in mostra a Forte Marghera e fanno parte di un fondo che comprende complessivamente di circa 180.000 immagini, in buona parte conservate su lastra, che stanno tornando lentamente alla luce grazie al lavoro dell'Archivio fotografico e digitale del Comune, che ha già catalogato circa 31.000 fotografie.

Una parte del materiale è anche visibile online sul sito del Comune di Venezia ma la mostra a Forte Marghera consente di far conoscere questo patrimonio di documentazione fotografica al grande pubblico e in particolare ai giovani. La mostra sarà visitabile sino al 6 settembre prossimo con orario di apertura, nei giorni che vanno da mercoledì a domenica, dalle ore 11 alle 20 nello spazio dell’ex chiesetta del forte militare, oggi grande spazio di vita dei mestrini.

Il Fondo fotografico prodotto dalla “Reale fotografia Giacomelli” - tra gli anni Venti e i Settanta del Novecento - è, per consistenza, eventi e soggetti rappresentati, tra i più importanti archivi non solo a livello nazionale ma anche internazionale. Si tratta di un archivio fotografico di oltre 180.000 tra lastre e negativi, di vario formato e dimensione (alcune lastre anche di 30x40 cm).

L'Amministrazione Comunale di Venezia lo acquistò nel 1995 e lo sta valorizzando a partire da una mostra antologica nel ’98 e pubblicando - a cura di Daniele Resini - due importanti prodotti multimediali che contenevano oltre 11.000 immagini. Scatti consultabili on-line, suddivisi per percorsi tematici, che raccontano le trasformazioni urbanistiche, ociali e culturali della città.
Dal porto alle porte d'accesso alla città storica (ferrovia e piazzale Roma), l'arcipelago ospedaliero lagunare e l’evoluzione della città di terraferma e della nascita di Marghera sono stati documentati da Giacomelli, un nome che come ci ricorda anche la Treccani racconta la vita di una dinastia di fotografi veneziani: Pietro, Piero, il decano, muore nel 1937 dopo aver avuto importanti committenti, tra cui il conte Volpi. Figlio di fotografo, aveva lasciato nel testamento la disposizione di chiudere l’attività alla sua morte ma il figlio Giangiacomo ne prosegue l’attività fino agli anni Settanta. Nella collezione trovano posto anche oltre 40 mila ritratti fotografici. Un pezzo di storia su lastra che ci donerà ancora tanta emozione. —
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