"Così ringraziamo il paese che ci ha accolti"

DOLO. "Abbiamo visto cosa è successo e ci siamo resi conto che non potevamo restare a guardare. Per questo abbiamo deciso di venire a dare una mano a chi era stato colpito dalla tromba d’aria". A parlare in questo modo sono una ventina di migranti ospiti della “Casa a Colori“ di Dolo che da alcuni giorni sono al lavoro nelle località disastrate dalla tromba d’aria dei due comuni rivieraschi.
Martedì i giovani migranti che sono arrivati oltre un anno e mezzo fa con i barconi dal canale di Sicilia erano al lavoro con molti volontari della protezione civile per rimuovere i detriti dalla storica villa Bembo in località Cesare Musatti. Sono loro stessi a spiegare perché sono al lavoro come volontari.
"Sono qui", spiega Chijioki Jonh Ugwerke, 21 anni dalla Nigeria, "perché mi sentivo in dovere di dare un aiuto a questa comunità che mi ospita. Eravamo all’ostello “Casa a colori” e siamo stati informati di quello che era successo. A questo punto abbiamo deciso tutti insieme che non potevamo mancare a dare il nostro contributo".
Anche per Omorah Monday di 27 anni la scelta da fare era una sola: andare a dare un aiuto agli sfollati della Riviera. "Non abbiamo paura di lavorare e renderci utili", spiegano Nwgaba Chigozie di 30 anni, nigeriano, e Romual Cammdun, camerunense di 31, "Siamo pronti a continuare a portare via macerie fin quando tutta la zona non sarà completamente ripulita. Ci vorranno giorni e settimane ma il nostro aiuto non mancherà mai".

Sono felici di poter aiutare i cittadini di Dolo, Mira e Cazzago anche Barnabas Ike di 30 anni nigeriano e Eike Victor Osuntu, connazionale di 28. "Per arrivare in Italia", dicono, "ne abbiamo passate tante, ma siamo grati al popolo italiano per quello che ha fatto per noi accogliendoci, e questa è un’occasioneconcreta per dimostrarlo".
"Questi ragazzi", spiega Sara Vincenzino che coordina i migranti nella loro permanenza a Dolo, "attendono da un anno e mezzo una risposta la domanda che hanno fatto per ottenere lo status di rifugiato politico nel nostro Paese. Hanno voluto dare le loro impronte digitali e documenti per l’identificazione, ma l’apposita commissione che si sarebbe dovuta riunione finora non si è pronunciata".
Con i migranti di Casa a Colori di Dolo lavorano sulle macerie del tornado quelli di Casa san Gallo di Padova e quello dell’Ostello di Giare di Mira e qualcuno della struttura Caritas che si trova a Mira Porte “Casa San Raffaele”. E proprio il direttore della Casa San Raffaele Francesco Vendramin promette nuovi aiuti. "Nei prossimi giorni", spiega, "si sono resi disponibili come volontari una ventina di persone migranti provenienti da Paesi come la Siria o il Marocco".
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