«Così mi salvai con la famiglia»

Bibione. Nel Giorno del ricordo un esule istriano racconta: rischiai di non nascere

BIBIONE. Oggi 10 febbraio, anniversario dei trattati di pace di Parigi del 1947 che di fatto posero fine alla dominazione italiana su territori prima dominati dalla Repubblica di Venezia e poi passati dopo alterne vicende all’Italia, si ricorda l’esodo da Istria, Dalmazia e Fiume, e di tanti che hanno perso la vita nelle foibe. La provenienza dei bibionesi è molto variegata. E sul social nework “Sei di Bibione se”, ha risposto anche un’esule, Fabio Ceppi, che ha trovato a Bibione il luogo dove vivere con la famiglia. «Io ad esempio sono un esule istriano di Capodistria. Precisamente di Semedella», scrive Ceppi, «La mia famiglia fu una delle ultime ad abbandonare la propria casa e la propria terra essendo vicino a Trieste. Sono nato il 26 dicembre 1953, ma mio padre fu respinto mentre stava trasportando mia madre in preda alle doglie all’ospedale giuliano. Fu respinto dai titini, e allora dovette recarsi a Fiume, dove arrivarono dopo quattro ore. Rischiai di non nascere». Fabio Ceppi ha poi raccontato nel profilo nostalgico di Bibione la tristissima storia della sua famiglia nei campi profughi. «Nel 1955 lasciammo la nostra amata terra abbandonando tutto: la casa la terra, le cantine piene di vino, le bestie nelle stalle, i cavalli, il cane, i propri cari nei cimiteri, il meraviglioso mare. Arrivammo in un campo profughi allestito con delle baracche a Opicina, vi rimanemmo per due anni. Nelle baracche faceva freddo, dormivamo in letti a castello in un spazio di sei metri; un mio coetaneo di quattro anni e morì di freddo nel sonno; io piangevo sempre e dall'altra parte della baracca c'era una signora che mi batteva la parete e allora io mi addormentavo. Alla mattina si andava nei bagni comuni che distavano 100 metri, quanta sofferenza. Poi con la mia mamma andavamo all'obelisco di Opicina e guardavamo il mare, per vedere la nostra Semedella. Mia madre piangeva». Sabato prossimo, alle 10 del mattino, Fabio Ceppi racconterà la sua storia presso la delegazione comunale di Bibione, di fronte agli studenti di quella località. L’incontro sarà preceduto da una commemorazione, un momento di preghiera promosso presso il cippo di martiri delle Foibe, sempre in via Maia, in memoria delle vittime.

Proprio ieri inoltre ricorreva a Bibione il primo anniversario della morte della maestra Mafalda Codan, testimone e vittima delle violenze in quei territori dopo la fine della Seconda guerra mondiale.

Rosario Padovano

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