«Così ho cercato di salvare mia sorella»
MOGLIANO. «Poter ridarle la vita sarebbe stata per me la gioia più bella. Eravamo pronti a intraprendere questa strada, ma non c'è stato tempo di coronare il nostro sogno». Davide Giazzon, tallonatore del Benetton e della nazionale di rugby, rappresentava la speranza per la sorella Veronica, 37 anni, infermiera in Medicina al Ca' Foncello, nata e cresciuta a Mogliano e ora residente a Trebaseleghe. La giovane mamma aveva scoperto la leucemia a novembre dello scorso anno, quando era incinta della secondogenita Matilde.
La mamma aveva rinunciato a curarsi prima della nascita della piccola, e la bimba era stata fatta nascere settimina proprio per consentire alla mamma di iniziare le terapie. Il midollo di Davide era compatibile al 50% con quello di Veronica e i medici del San Raffaele di Milano avevano deciso, dopo un primo trapianto andato male, di riprovare. Il trapianto era fissato per il 4 dicembre. Ma la forza di Veronica non è bastata per vincere la partita più dura che lei, appassionatissima di rugby e prima tifosa del fratello Davide, ha combattuto fino a sabato. «Veronica era più forte di me come animo, non l'abbiamo mai sentita lamentarsi, era una persona positiva», racconta Davide, «il suo sogno era farsi una famiglia e vivere un futuro sereno». Le difese immunitarie bassissime non hanno permesso a Veronica di fronteggiare una broncopolmonite comparsa a fine novembre che alla fine le è risultata fatale. «È stata una lottatrice eccezionale, dava forza anche agli altri», aggiunge il marito Federico Favaro, «non meritava di non potersi più godere le sue piccole».
La storia di Veronica ha commosso tutti. Nel corso dei mesi aveva raccontato su Facebook la malattia, postando foto e messaggi anche dall'ospedale. Come quando ad aprile aveva scritto del trapianto riuscito della sua compagna di stanza, o quando, subito dopo il suo primo trapianto a giugno grazie a un giovane donatore tedesco, aveva scritto: «Oggi sono nata di nuovo». In lutto per mamma Veronica c'è il mondo del rugby. I Giazzon sono legati a doppio filo alla palla ovale: oltre a Davide, c'è papà Otello, storico dirigente e accompagnatore del mini rugby di Mogliano. La notizia della morte di Veronica è arrivata come un macigno in casa del Marchiol. «Siamo sotto choc, abbiamo saputo mentre eravamo a Roma e avevamo appena giocato la semifinale del trofeo Eccellenza», dice il presidente Roberto Facchini, «cercheremo un modo per ricordare Veronica». Messaggi di cordoglio stanno arrivando ai Giazzon da tutta Italia, a partire dallo staff della nazionale passando per i club. Il Benetton ha annunciato la presenza dei giocatori e dello staff al funerale, così come il Mogliano. L'ultimo abbraccio a Veronica è fissato per domani alle 15 nel duomo di Mogliano.
Il feretro partirà da Milano alle 10 e arriverà in chiesa verso le 13.30. Stasera alle 20 in chiesa a Trebaseleghe sarà recitato il rosario. Le offerte andranno all’Ail. Veronica credeva nella ricerca e ora, ne è sicuro il marito, «darà forza a tutti noi».
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