Corteo per Venezia #minomenevado, in campo anche gli artigiani
VENEZIA. «L'Unesco ci ha traditi e ha perso i cittadini veneziani». Ieri mattina vicino a Palazzo Zorzi, sede veneziana dell'Unesco, Marco Gasparinetti, portavoce del Gruppo 25Aprile e del movimento #Veneziaèilmiofuturo, Lidia Fersuoch, presidente di Italia Nostra Venezia e Gianpietro Gagliardi per Generazione'90, hanno spiegato i motivi che hanno spinto 34 associazioni, Confartigianato e Fai a partecipare alla manifestazione #minomenevado.
Il corteo è in programma domenica 2 luglio con ritrovo dalle 10.30 alle 11.30 in campo dell'Arsenale e successiva partenza del corteo che si snoderà lungo la Riva Ca'Di Dio per poi proseguire lungo la Riva degli Schiavoni con direzione Palazzo Ducale. La manifestazione si concluderà quindi nell'area antistante alla statua di Vittorio Emanuele II°, dove verrà sciolta intorno alle 13.
Numerose le adesioni all'iniziativa, tra le quali si è aggiunta ieri anche quella di Confartigianato. «La deriva che spinge la città storica verso la monocultura turistica» spiega il neo presidente Andrea Bertoldini, architetto e titolare della storica officina fabbrile Bertoldini Torre della Giudecca «sta inesorabilmente mettendo fuori gioco residenti e attività artigianali e di vicinato, accomunati in un destino apparentemente ineluttabile che sta passando tra l'indifferenza. Di fronte a questa situazione, il cui peso non esitiamo a definire drammatico, non vediamo da parte della politica e della amministrazione della città alcuna presa di coscienza concreta e reale».
Di qui la decisione di unirsi ad associazioni, gruppi, movimenti che da settimane stanno organizzando la manifestazione di domani. «Pensiamo» aggiunge il segretario Gianni De Checchi «che gli scatti di orgoglio dei cittadini e lavoratori che vedono ancora un futuro diverso dalla monocultura turistica per la nostra città servano a far sentire che a Venezia esiste ancora una voglia viva e vitale di "normalità" ». In sintesi si chiede che si portino avanti quelle politiche a favore della residenzialità e della città che «non si sono ancora viste», ponendo fine «alla svendita di palazzi» e alla «monocultura turistica».
Nel corso della presentazione usate parole molto dure nei confronti dell'Unesco che aveva minacciato lo scorso luglio di mettere Venezia nella black list se non avesse risolto velocemente alcuni questioni come le grandi navi, il turismo e la residenzialità. Ora, proprio l'Unesco che negli scorsi mesi aveva rappresentato per molte associazioni una speranza, è sotto accusa per aver messo da parte i cittadini. «Anche ponendo il caso che l'Unesco abbia abboccato a Governo e Comune» spiegano gli organizzatori «non possiamo accettare il compromesso sulle grandi navi e il fatto che non abbiano considerato le richieste esplicite di molti veneziani». Il riferimento critico è al documento che Icomos, braccio destro dell'Unesco, presenterà a Cracovia, in occasione dell'incontro mondiale annuale che inizierà proprio il 2 luglio, mentre il corteo veneziano a gran voce si farà sentire sfilando lungo riva degli Schiavoni.
«Prima l'Unesco ha detto che non voleva assolutamente le grandi navi» spiega Fersuoch «Adesso scrive che ci sono miglioramenti perché si sta cercando di far passare le navi senza scavare. Questo è un compromesso che non si può accettare». La domanda di tutte le associazioni è: «A cosa serve allora l'Unesco se non è in grado di affermare le sue posizioni e rimanderà il caso Venezia al 2018?». Conclude Gasparinetti: «Proponiamo che Palazzo Zorzi, anziché continuare a essere una sede inutile e pagata da noi cittadini, diventi sede di appartamenti per veneziani». Ottomila i volantini distribuiti: si attendono oltre un migliaio di persone.
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