Corte dei conti indaga su Palazzo Grimani
La Corte dei Conti ha aperto un fascicolo per accertare la natura e i costi di un alloggio di servizio ricavato nelle stanze del museo di Palazzo Grimani dall'ex sovrintendente al Polo museale Giovanna Damiani, ora destinata a Cagliari.
Sulla questione aveva chiesto chiarimenti anche la segretaria della Fp Cgil, Assunta Motta, che fin dal 2011 ha posto la questione al Ministero e alle autorità competenti senza aver avuto chiarimenti. «Ora» dice «la Damiani se ne va lanciando accuse diffamatorie ai lavoratori, quelli stessi costretti a farle da portinai giorno e notte perché l’accesso dell’appartamento è lo stesso del museo».
«La storia dell’appartamento» ricorda Motta «adibito a “pied à terre”, ad uso e consumo della Soprintendente (e dei suoi familiari) proprio nel palazzo, che fu ex dimora del Patriarca di Venezia, risale al 2011 e fu argomento di netta contrapposizione. Sono passati parecchi anni e nonostante le nostre numerose richieste di chiarimento ad oggi non sappiamo ancora se la ristrutturazione dell’appartamento (ubicato all'interno del museo), il cambio destinazione d'uso, sia stato fatto secondo quanto prevedono le norme, in materia di rimaneggiamento di beni architettonici, comprese le contro soffittature di cartongesso apposte nei locali. Chi ha pagato mobili e arredi e chi sta pagando le spese di gestione utenze: energia elettrica, connessione internet, consumo acqua e pulizie (quest’ultime sembrerebbe venissero fatte dalla stessa cooperativa che provvede alla pulizia del museo). Ci risulta inoltre che l’unico accesso all'appartamento sia lo stesso del museo per cui, per potervi accedere, è necessario aprire il museo anche a tarda notte. Operazione che veniva fatta dal personale interno di sorveglianza, mettendo a repentaglio l’incolumità propria e del plesso».
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