Corsa contro il tempo per Zona franca e Zes
La richiesta è stata formalizzata ieri al convegno della Camera di Commercio Emendamento in Parlamento, ma ieri gli onorevoli veneziani non c’erano

Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Mestre, Laguna Palace/ Convegno “Zona Franca e Zone Economiche Speciali”
MESTRE. Corsa contro il tempo per riuscire a far approvare alla Camera e al Senato – prima della fine della legislatura prevista per metà dicembre – l’emendamento alla Legge di Bilancio che permetta di allargare anche alle Città Metropolitane, come quella di Venezia, la possibilità di istituire una Zona economica speciale (Zes) insieme all’allargamento della già esistente Zona franca (Zef) portuale di appena 8 mila metri quadrati al varco di via del Commercio «con l’obbiettivo di creare non solo un’area in cui le attività economiche usufruiscono di agevolazioni fiscali e tributarie, ma anche facilitazioni per gli investimenti e sportelli per autorizzazioni amministrative rapide e certe».
La doppia richiesta di Venezia al Parlamento al Governo è stata definita ieri al convegno organizzato dalla Camera di Commercio Venezia Rovigo Delta Lagunare, all’Hotel Laguna Palace di Mestre, con la presenza, tra gli altri, gli assessori Simone Venturini ed Elisa De Berti, di Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati; di Juan Torrents, presidente del The World Free & Special Economic Zones Federation; Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia e Pino Musolino, presidente Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale. «È importante rendere competitivo il territorio puntando su alcuni importanti asset» ha spiegato l’imprenditore della logistica, Damaso Zanardo che è anche presidente della commissione consiliare della Città Metropolitana «come quelli doganale, amministrativo, infrastrutturale e dei servizi. E a questo aggiungiamo che le Zes se sono ben amministrate e se vengono istituite tenendo conto delle peculiarità specifiche del territorio in cui nascono, nel nostro caso la Città Metropolitana di Venezia, possono generare sinergie tra grandi imprese e piccole e medie imprese».
Il presidente del Porto Pino Musolino ha ricordato a tutti che «Venezia, come Trieste che si è data subito da fare, ha formalmente una zona franca portuale riconosciuta dallo Stato dal 1948, con tanto di agevolazioni che molti nemmeno conoscono». Per questo Musolino ha esortato a «non creare sovrapposizioni tra i vari regimi di
free zone
» e a non «puntare solo alle agevolazioni ma anche a creare le condizioni per creare nuove imprese». L’Autorità Portuale in un primo momento aveva sostenuto il diritto di Venezia di ottenere l’allargamento della zona franca a tutta l’area portuale, come è stato recentemente concesso al porto di Trieste che vanta un apposito e più accordo statale. La proposta, che avrebbe creato troppe disparità con il resto d’Italia, è stata però ridimensionata e si concentra sulla richiesta di allargamento su due aree specifiche, di proprietà demaniale: l’area Montesyndial (sul canale Sud) e la zona circostante il terminal traghetti di Fusina. Ora spetterà al Governo decidere sull’allargamento dell’attuale Zef, mentre per la Zes si dovrebbe votare alla Camera un apposito emendamento la prossima settimana. A quel punto sarà importante il lavoro dei parlamentari veneziani che però, ieri, al convegno non c’erano.
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