Corruzione per l’Hard Rock Cafè. Edilizia, al via un altro processo

Chiesto il giudizio per un tecnico di Ca’ Farsetti e un imprenditore per un permesso di costruzione. Dagli atti spunta anche un intervento del sindaco Cacciari che chiede agli Uffici di risolvere in fretta
Di Giorgio Cecchetti

VENEZIA. Per la Procura c’è stata corruzione anche per le pratiche edilizie dell’Hard Rock Cafè di Bacino Orseolo. Sapranno comunque domani se dovranno comparire davanti al Tribunale per rispondere di concorso in corruzione e abuso d’ufficio, visto che il pubblico ministero Paola Tonini ha chiesto il rinvio a giudizio del dirigente Servizio procedimenti tecnici del Comune Roberto Maschio (61 anni) e dell’imprenditore veneziano Riccardo Depietri (53 anni) e il giudice veneziano Antonio Liguori ha fissato per il 16 ottobre l’udienza preliminare. E se il processo in aula ci sarà, come è probabile visto che nessuno dei difensori è intenzionato a chiedere riti alternativi, non è escluso che la difesa chiami a testimoniare Massimo Cacciari come teste. Stando ad alcune e-mail già agli atti del processo e alle dichiarazioni di un tecnico comunale, infatti, il sindaco all’epoca dei fatti più di un volta chiese ai funzionari dell’Edilizia di fare in modo che si sbloccasse in fretta la pratica dell’Hard Rock Cafè perché c’erano sessanta posti di lavoro in ballo. C’è agli atti una mail del dirigente Mario Berti che cita la richiesta di Cacciari di sbrigarsi e la testimonianza di un tecnico che racconta di aver ricevuto la telefonata del sindaco.

L’indagine trae origine dai controlli della Guardia di finanza scattati nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione dei tecnici all’Edilizia di Ca’ Farsetti da parte del geometra del Lido Antonio Bertoncello. Il 29 gennaio 2009, Depietri aveva presentato la richiesta di permesso di costruire per l’edificio «ex Pilsen» in sanatoria e un mese dopo riceveva la comunicazione da parte del dirigente del Suap, Berti, in cui lo si informava che la risposta era negativa «in ragione della non conformità delle opere eseguite sull’immobile», stante la realizzazione di un nuovo solaio di 71 metri quadrati. Maschio avrebbe innanzitutto garantito la sua consulenza tecnica in modo da annullare gli ostacoli, predisponendo tutte le integrazioni delle pratiche edilizie. Inoltre avrebbe omesso, in qualità di responsabile del procedimento, di sollecitare l’emissione del provvedimento di diniego del permesso di costruire in sanatoria. La sua azione avrebbe avuto come conseguenza, tra l’altro, la mancata trasmissione all’Ufficio atti repressivi del Comune della pratica, facendo risparmiare a Depietri una sanzione amministrativa di 500 mila euro. In cambio, Maschio, tra il 20 settembre 2009 e il dicembre dello stesso anno avrebbe ricevuto «svariati beni alimentari e di altri tipo di significativo valore», si legge nel capo d’imputazione. Le «fiamme gialle» avrebbero scattato le fotografie del passaggio, nel garage del Tronchetto, di una decina di bottiglie di vino, probabilmente prosecco, dalle mani di Depietri a quelle di Maschio.

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