Corruzione per l’Hard rock Cafè dirigente e proprietario a processo

Il funzionario del Comune e l’imprenditore sono stati rinviati a giudizio dal giudice Antonio Liguori Le indagini della Guardia di finanza iniziate dopo i controlli all’Edilizia per l’inchiesta su Bertoncello
Di Giorgio Cecchetti

Per la sospetta corruzione per l’Hard Rock Cafè di Bacino Orseolo il processo si farà l’8 maggio del prossimo anno davanti al Tribunale di Venezia, gli imputati saranno l’ex dirigente del Servizio procedimenti tecnici del Comune Roberto Maschio (61 anni) e l’imprenditore veneziano Riccardo Depietri (53 anni).

Lo ha deciso ieri il giudice veneziano Antonio Liguori, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Paola Tonini sulla base degli accertamenti della Guardia di finanza. I reati di cui dovranno rispondere sono concorso in corruzione e abuso d'ufficio. .

L'indagine trae origine dai controlli della Guardia di finanza scattati nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione dei tecnici all'Edilizia di Ca' Farsetti da parte del geometra del Lido Antonio Bertoncello. Il 29 gennaio 2009, Depietri aveva presentato la richiesta di permesso di costruire per l'edificio «ex Pilsen» in sanatoria e un mese dopo riceveva la comunicazione da parte del dirigente del Suap, Mario Berti, in cui lo si informava che la risposta era negativa «in ragione della non conformità delle opere eseguite sull'immobile», stante la realizzazione di un nuovo solaio di 71 metri quadrati.

Maschio avrebbe innanzitutto garantito la sua consulenza tecnica in modo da annullare gli ostacoli, predisponendo tutte le integrazioni delle pratiche edilizie.

Inoltre avrebbe omesso, in qualità di responsabile del procedimento, di sollecitare l'emissione del provvedimento di diniego del permesso di costruire in sanatoria. La sua azione avrebbe avuto come conseguenza, tra l'altro, la mancata trasmissione all'Ufficio atti repressivi del Comune della pratica, facendo risparmiare a Depietri una sanzione amministrativa di 500 mila euro. In cambio, Maschio, tra il 20 settembre 2009 e il dicembre dello stesso anno avrebbe ricevuto «svariati beni alimentari e di altri tipo di significativo valore», si legge nel capo d'imputazione. In particolare la Guardia di finanza lo avrebbe seguito e fotografato mentre Depietri lo avrebbe atteso fuori dell'ufficio, accompagnandolo in motoscafo fino al Tronchetto, dove gli avrebbe consegnato ben sette scatoloni con cui aveva riempito la sua auto.

Il Comune, che si è costituito parte civile, e i due indagati, attraverso i loro legali, stanno trattando perché il tecnico dell'Edilizia di Ca' Farsetti e il proprietario dell'immobile hanno avanzato la proposta di risarcire l'amministrazione municipale per il danno all'immagine subita per questa vicenda, ma l’accordo non è stato ancora firmato, la trattativa era partita con l’offerta degli avvocati difensori Federica Bertocco, Fabio Niero e Matteo Garbisi di 10 mila euro, l'avvocato Daniele Grasso ne avrebbe chiesti 25 mila.

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