Corruzione e abuso Nuova indagine sull’Edilizia privata
Corruzione, abuso d’ufficio. Questi i reati per i quali il pubblico ministero di Venezia Paola Tonini, la stessa che ha condotto le indagini sul geometra Antonio Bertoncello e le bustarelle che ha distribuito all’interno di Ca’Farsetti, indaga, mandando i finanzieri veneziani a perquisire gli uffici dell’Edilizia privata, di quella convenzionata e dell’Urbanistica. Si sono portati via tre scatoloni di carte, tutte riguardano il Programma integrato di recupero urbanistico, edilizio e ambientale (Piruea) di via Pividor, nei pressi di Malamocco, un piano che ha sempre seguito il funzionario dell’Edilizia di Ca’Farsetti Sandro Gavazzi, l’unico fino ad ora ad essere finito sul registro degli indagati. Ma non è escluso, soprattutto visti i reati per i quali sono in corso gli accertamenti, che il numero delle persone sotto inchiesta presto lieviterà.
L’impresa interessata al progetto di via Pividor (ottanta alloggi, più parcheggi, box, negozi a pochi passi dai Murazzi e dal mare, un intervento da 50 milioni di euro) è la «Murazzi Ecostruttura», che fa capo all’imprenditore d’origine romana Teodoro Russo, presidente del Consiglio d’amministrazione, e alla moglie Maria Carla Schiavina, vicepresidente. E l’indagine che ha portato al sequestro dei documenti di tre giorni fa è partita nella primavera dello scorso anno. Al centro di quell’indagine proprio l’imprenditore Teodoro Russo, che al Lido, oltre ad essere titolare di una ditta di costruzioni, è proprietario di due grandi alberghi, il «Russo» di San Nicolò e l’«Ausonia-Hungaria» in Gran Viale. Sul registro degli indagati era finito per evasione fiscale: la Guardia di finanza sospettava una notevole evasione visto che, pur essendo titolare di ben dodici società, nel 2002 aveva denunciato un reddito di quindicimila euro, arrivando a 53 mila nel 2009. L’anno seguente avrebbe poi acquisito l’«Hungaria» dai vecchi proprietari per alcune decine di milioni di euro. Ed è proprio quel passaggio di proprietà ad aver fatto scattare gli accertamenti.
In quei giorni le «fiamme gialle» sequestrarono tutta la documentazione che venti giorni dopo il Tribunale del riesame restituì all’imprenditore a causa del ricorso presentato dal suo difensore, l’avvocato veneziano Renzo Fogliata. Ma il 13 luglio 2011, dopo un nuovo sequestro degli stessi documenti disposto sempre dal pubblico ministero Paola Tonini, i giudici lo confermarono, lasciando le carte nella mani degli investigatori. Ed è probabilmente dall’esame degli incartamenti recuperati nwegli uffici di Russo che sono emerse l e risultanze utili ad avviare la nuova indagine. Gli inquirenti, comunque, prima di visitare gli uffici di campo Manin e gli altri, hanno sentito alcuni testimoni, anche dirigenti e funzionari di Ca’ Farsetti, in qualità di persone informate sui fatti.
Al centro degli accertamenti anche il ritardo con cui sarebbero state forite dagli uffici comunali le concessioni (sarebbero state ferme un anno), ritardo che in questo caso avrebbe favorito e non ostacolato il costruttore. Inoltre, sarebbero stati avviati i controlli sugli appartamenti che avrebbero dovuto essere adibiti a social housing.
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