Corruzione, Bergamo respinge le accuse

L’ex sindaco martedì sarà davanti alla pm Tonini. Antonio De Martino dopo la perquisizione: «Sono pulito e lo dimostrerò»
Di Giorgio Cecchetti

VENEZIA. I tre indagati nell’indagine sul conto dell’imprenditore calabrese trapiantato da 20 anni al Lido Antonio De Martino saranno interrogati martedì 14 dal pubblico ministero Paola Tonini, che ha inviato a ognuno di loro un ordine a comparire con le accuse contestate. Tutti hanno confermato che si presenteranno negli uffici della Procura antimafia, a piazzale Roma.

Il primo, alle 10, sarà De Martino, accompagnato dal difensore Renato Alberini, lo stesso avvocato che ha difeso il padre a Catanzaro riuscendo a tirarlo fuori dal carcere. Il secondo sarà l’ex parlamentare dell’Udc ed ex assessore comunale alla Mobilità Ugo Bergamo, difeso dall’avvocato Alessandro Rampinelli; infine toccherà al sotto capo della Capitaneria di Porto di Venezia Antonio Cairo, difeso dall’avvocato Augusto Palese, il quale è l’unico ad aver già presentato ricorso al Tribunale lagunare del riesame contro il sequestro del suo computer, portato via durante la perquisizione dei carabinieri del Ros, che stanno conducendo le indagini.

De Martino deve rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso, in particolare è sospettato di aver fornito dal 2011 ad oggi e con l'ausilio dell’amico imprenditore di Murano Roberto Laggia supporto logistico a due imprese calabresi in odore di 'ndrangheta, in particolare la «Emmedue srl» di Lamezia Terme di Piepaolo Muraca (ritenuto un prestanome del boss calabrese Vincenzino Iannazzo), e si sarebbe messo a disposizione sempre di Iannazzo per avviare investimenti in Irlanda. «Tutto questo è una conseguenza di quello che è accaduto a mio padre a Catanzaro», sostiene De Martino, «io sono contento che i carabinieri siano venuti a perquisire casa e uffici così potrò dimostrare di essere pulito. La mia famiglia è seria, io ho la coscienza pulita e lo dimostrerò». L’avvocato Alberini ricorda, poi, di aver chiesto e sollecitato più volte l’interrogatorio dal pm Tonini dopo aver saputo dell’indagine in seguito all’ordinanza di Catanzaro per il padre.

Ugo Bergamo, che tra l’altro per anni è stato consulente giuridico del Consiglio regionale della Calabria per 3200 euro lorde al mese più le spese di viaggio e soggiorno, invece, deve rispondere di concorso in corruzione con De Martino: in qualità di assessore nella giunta Orsoni avrebbe sollecitato, stando all’accusa, il commissario straordinario per il Lido Vincenzo Spaziante a emanare l’ordinanza con la quale si dava il 27 giugno 2011 il permesso di costruire per l’area del Parco delle Rose del Lido secondo il progetto presentato dalla «Adm Corporation» di Lamezia Terme facente capo a De Martino. Questo in cambio di promesse di finanziamento per il suo partito e del pagamento di un conto di poco meno di 900 euro per un soggiorno a Capo Vaticano. «Io non ho mai finanziato il partito di Bergamo, ho pagato solo la tessera quando mi sono iscritto» sostiene l’imprenditore calabrese. «Quanto al conto dell’albergo», precisa Bergamo, «è vero, mi è stato pagato da De Martino senza chi io lo sapessi prima, ma quando l’ho scoperto gli ho rimborsato la cifra con un bonifico».

Per quanto riguarda Cairo, deve rispondere di aver rivelato a De Martino un segreto d’ufficio, riferendogli che di lì a pochi giorni i colleghi della Capitaneria sarebbero andati a compiere controlli sulle spiagge dell’Excelsior e del Des Bains, gestite dall’imprenditore, e consigliandogli come sistemare le cose che non andavano.

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