Corriere della cocaina «L’ho fatto per i figli»

TESSERA. Corriere della droga con il pensiero dei sei bambini - l’ultimo dei quali nato appena quattro mesi fa - che aveva lasciato nella favela in Venezuela da dove era partita, direzione Venezia,...
Di Rubina Bon

TESSERA. Corriere della droga con il pensiero dei sei bambini - l’ultimo dei quali nato appena quattro mesi fa - che aveva lasciato nella favela in Venezuela da dove era partita, direzione Venezia, con il carico di cocaina. Un chilo e ottocento grammi di stupefacente che Coromoto Yelitza Pinto Liccien, 30 anni, aveva nel bagaglio, nascosta all’interno di due libri-giocattolo per bambini. Chi l’ha incaricata di portare a termine questo trasporto “eccezionale” le aveva promesso, qualora tutto fosse andato per il verso giusto, di aiutarla economicamente nella gestione dei figli, oltre che a cercare quella casa che finora non ha mai avuto, essendo costretta a vivere in una baraccopoli ai margini della città.

Lo ha raccontato la stessa trentenne ieri durante l’udienza di convalida dell’arresto davanti al giudice Massimo Vicinanza. Difesa dagli avvocati Marco Zanchi e Andrea Angeletti, Coromoto Yelitza Pinto Liccien ha risposto alle domande del giudice, riservandosi comunque di farsi interrogare successivamente dalla pubblico ministero Alessia Tavarnesi.

La trentenne è stata arrestata mercoledì dai finanzieri del Goa, il gruppo operativo che si occupa di stroncare i grandi traffici di stupefacenti, al varco di sicurezza dell’aeroporto di Venezia. Era appena atterrata con un volo proveniente da Zurigo, dove aveva fatto scalo dopo aver viaggiato dal Venezuela al Brasile e di là verso la Svizzera. Era la prima volta che metteva piede in Italia ed è finita dopo poche ore in carcere alla Giudecca. Davanti al giudice, Coromoto Yelitza Pinto Liccien ha ammesso di sapere di avere la cocaina nel bagaglio, pur non avendola vista direttamente. Chi l’ha spedita in Italia con la droga, le aveva organizzato tutto, pagandole anche l’albergo e il taxi e promettendole al ritorno quella ricompensa (pare 5.000 euro) che avrebbe potuto farle cambiare vita. Il giudice Vicinanza ha convalidato l’arresto della trentenne, confermando la custodia cautelare in carcere. Le indagini proseguono per chiarire a chi fosse destinata la cocaina.

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