Cori e urla, campo Santa Margherita s'infiamma

Primo sabato notte di tensione: la polizia fronteggia decine di giovani. La situazione si calma solo all'1.30
La polizia fronteggia un gruppo di ragazzi alla fine della «movida»
La polizia fronteggia un gruppo di ragazzi alla fine della «movida»
Cori, grida, qualche bottiglia rotta e una chitarra sequestrata. Notte tesa a Santa Margherita, quella tra sabato e domenica. Quella con la presenza massiccia di poliziotti che dopo un venerdì sera turbolento hanno presidiato il campo per evitare degenerazioni. Qualche momento di tensione e poi è tornata la normalità verso l'1.30.


La ragazza con la borsa carica di lattine di birra compare poco dopo la chiusura dei locali. Le vende ai ragazzi. Ma già da qualche ora i giovani si spostano da un angolo all'altro del campo, sostano nei pressi dei pozzi e chiacchierano con bottiglie di vino e birra in mano. Vetro e lattine che spesso finiscono a terra a volte pure rompendosi. C'è chi insinua che siano gli stessi esercenti del campo a venderle intorno all'orario di chiusura e per protesta contro l'ordinanza del sindaco. Una «voce» sulla quale la polizia sta indagando per capire se sia la solita leggenda metropolitana, oppure se dietro corrisponda al vero.


Come sempre il campo si anima verso mezzanotte. Quando arriva l'orario di chiusura e contro il quale i ragazzi vogliono protestare. Del resto in campo è sempre stato così. Il vociare sale quanto la preoccupazione delle forze dell'ordine di dover usare le maniere forti. Nessuno ha voglia di questo. Ma il numero di poliziotti in tenuta antisommossa è congruo per essere usato come deterrente. Passa il tempo e la ragazza con le birre nella borsa continua a vendere, tanto che c'è il sospetto di un possibile deposito da qualche parte. Scade pure la mezz'ora di tolleranza ed è l'ora del coprifuoco.


Proprio in quel momento Renato Naraci, 27 anni, albanese, studente di architettura scende in campo con la sua chitarra acustica. Fino a quel momento era rimasto a suonare in una festa di studenti in una casa privata. Strimpella qualche nota, più che altro in maniera provocatoria e la polizia interviene. Del resto l'ordinanza parla chiaro, e in campo ci sono pure quelli del comitato che hanno battagliato per avere un po' di tranquillità.


I poliziotti accompagnano il giovane al posto fisso della polizia locale a San Pantalon. E l'accompagnamento «coatto» è seguito dai ragazzi, all'incirca 120, con cori. Attimi di tensione, ma nemmeno troppa, con ragazzi che chiedono la «liberazione» del chitarrista. Cori, grida e qualche bottiglia rotta. I poliziotti si schierano a qualche decina di metri dai giovani ed inizia un faccia a faccia che alla fine rimane a livello verbale anche se dai toni elevati.


Al giovane viene sequestrata la chitarra Yamaha. Lui dice di non essere stato multato e che oggi sarebbe passato a riprendersela. Quando lui ritorna in campo si conclude anche il faccia a faccia tra ragazzi e poliziotti. Poco dopo l'1.30 c'è il rompete le righe da una parte e dall'altra.


Questa sera si replica, con la consapevolezza che la sola presenza di uomini in divisa garantisce l'applicazione di un'ordinanza che a molti rimane indigesta.

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