Coppia rischia lo sfratto «Il Comune deve aiutarci»

Chioggia. Moglie e marito invalido non riescono a pagare le spese d’affitto «Il colloquio con l’assistente sociale ci è stato posticipato di tre mesi»
Di Elisabetta B. Anzoletti
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CHIOGGIA. Uno sfratto pendente, un’invalidità del 100% e un appuntamento “a vuoto” con l’assistente sociale atteso per settimane. Una serie di eventi che ha messo a dura prova la pazienza di una coppia in preda allo sconforto. Stefano Naccari e Cristina Boscolo vivono in una casa nel centro storico di Sottomarina, vicino piazza Todaro, che considerano poco salubre e, a causa di problemi economici, negli ultimi mesi non hanno più pagato l’affitto. Si sono rivolti al Comune e hanno prodotto tutta la documentazione richiesta per capire se possono richiedere un alloggio pubblico o usufruire di un sussidio.

L’appuntamento era fissato per l’altro ieri mattina. «Siamo arrivati e ci hanno detto che l’assistente sociale non c’era», racconta la moglie, «nessuno ci ha dato una spiegazione, si sono limitati a fissarci un altro appuntamento, fra tre mesi. Noi però abbiamo già un avviso di sfratto per morosità perché lavora solo mio marito, ma con i soldi delle bollette e tutte le spese non riusciamo più a pagare i 350 euro di affitto, e da un momento all’altro potrebbero darci la data dello sfratto esecutivo, come possiamo aspettare altri tre mesi?».

Al di là della tempistica, a far infuriare la coppia è la sensazione di essere stati presi in giro. «Attendevamo questo colloquio da tempo», spiega il marito a cui è stata certificata un’invalidità totale, «arriviamo lì e non c’è nessuno. Andiamo dal sindaco e ci dice che dobbiamo parlare con l’assistente sociale. Rimpallati da una parte all’altra. Nel frattempo viviamo in un casa con la muffa e la salsedine sul muro. Io soffro d’asma e sono già finito più volte in ospedale. Non ce la facciamo più a vivere così, almeno un po’ di rispetto».

Il tutto, forse, è nato da un disguido. «Non conosco il caso singolo», spiega l’assessore al sociale, Massimiliano Tiozzo, «l’assistente è in malattia e tornerà ai primi di giugno. Di solito in questi casi tutti vengono avvisati per evitare che si muovano per niente, forse non sono stati rintracciati o c’è stato un problema di comunicazione. Posso dire che se hanno un appuntamento con l’assistente sociale è per avere un sussidio, non un alloggio per il quale la procedura è diversa. Resta il fatto che in graduatoria per l’edilizia pubblica sono in attesa 200 persone. Se esistono i requisiti possiamo aiutare questa coppia contribuendo all’affitto. Nell’ultimo anno le assistenti hanno quasi raddoppiato il numero di colloqui».

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