Coperte, cartoni e silenzi. Ecco il popolo dei clochard che vive nel Bronx urbano
MESTRE. Gli strati di coperte fin sopra la testa, i cartoni posati a terra, per attutire un po’ il freddo che diventa di giorno in giorno più pungente, qualche sacchetto vicino e resti di cibo, forse di una mensa cittadina. I senzatetto se ne stanno per lo più in centro, a volte appartati, talvolta in vista. Due di loro, giovedì notte sono morti carbonizzati in una ex chiesetta a due passi da piazza Ferretto, probabilmente a causa di un rogo accidentale. Una tragedia che però non cambierà la routine di quei trecento (questa la stima), che popolano il Bronx urbano, fatto di antri nascosti, molti dei quali insospettabilmente vicini alle vie più centrali. Forse perché il centro dà un po’ di sicurezza, magari è qualche grado più caldo rispetto alle aree verdi, agli stabili abbandonati e umidi. In via Pio X, nell’ex Torre di San Lorenzo, appartamenti che dovevano costare al metro quadro fior di migliaia di euro abbandonati a metà, dormono stabilmente due clochard. Uno dei due arriva in bici attorno alle 21 della sera, mette giù dei sacchi, si posiziona nella rampa. Poi si copre con strati di coperte e si mette a riposare e rimane immobile. Poco dopo lo raggiunge un compagno che si stende a un metro. Guarda il cellulare, svogliato.
Dormono in mezzo al guano dei colombi, al mattino non ci sono già più. A fianco all’ex banca, cartoni abbandonati indicano che anche là, lungo i cespugli, qualcuno riposa, mimetizzato tra il cemento. Chi abita nei palazzoni di fronte, sostiene che anche ai piani alti ci sia qualcuno che è riuscito ad entrare all’interno. In via piazza Ferretto, sotto i porticati, un senzatetto alle 20.30 dorme nella rientranza dove una volta si trovava il cinema Excelsior, chiuso da anni. Quello non è solo il suo giaciglio, ma anche il suo bagno. Tra qualche giorno dovrà trovarsi un’altra casa, perché proprio lì arriverà la pista sul ghiaccio. Procedendo in piazzetta Toniolo, sotto il porticato del Kofler oramai da almeno un paio di anni (prima erano fissi in via Fusinato), vivono mamma e figlio. Una storia complessa e delicata, difficile da raccontare. Un tempo c’era anche il papà, che poi è mancato. Passano la notte là, a una certa ora qualcuno porta loro del cibo. Di giorno madre e figlio si vanno a lavare a qualche fontana, poi tornano. Leggono, scrivono, finché arriva di nuovo sera. In via Torre Belfredo, attorno alle 22, un senzatetto dorme arrotolato dentro il suo sacco davanti a una vetrina vuota, quella del negozio Black Magnolia. Anche in via Manin c’è un clochard stabile che riposa sotto al porticato vicino al barbiere. A volte si sposta nella rampa dei garage di fronte. E l’anno passato alcuni anziani dei condomini vicini, se lo sentivano raffreddato gli offrivano un’aspirina.
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