Convegno “Mafia del Brenta” una sedia per Felice Maniero
JESOLO. Una sedia vuota attenderà oggi Felice Maniero, il convitato di pietra del convegno “Mafia del Brenta, una storia di amicizia e morte” che si terrà a Jesolo al Pala Arrex alle 16. Oggi può accadere di tutto, come hanno detto gli organizzatori, visto il tema delicatissimo e scottante. Davanti alla sedia, un telefono con linea dedicata, e segreta, all’ex boss Felice Maniero nel caso volesse intervenire e dire la sua davanti alla platea che ascolterà non solo il ricco parterre di relatori, ma anche le vittime della organizzazione criminale che ha terrorizzato il Triveneto.
Nelle settimane che hanno preceduto il convegno, infatti, Maniero, oggi Luca Mori, ha fatto sentire la sua voce sulla Nuova di Venezia e Mestre, criticando il convegno, gli organizzatori e i relatori che mai lo hanno conosciuto. A tutti ha rivolto le sue critiche sul fatto che con il suo nome hanno solo cercato tutti di farsi una grande pubblicità. Oggi il rischio è che ci sia un’altra sedia vuota, quella del sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, che si è riservato fino all’ultimo la decisione se partecipare o meno.
«Questo convegno non è assolutamente un’occasione per fare spettacolo sulla Mala del Brenta o sulla vita di Felice Maniero», ha scandito però Fabio Sanvitale, moderatore della giornata di oggi, «ci pare una critica espressa senza conoscere né i relatori, né il moderatore, né lo stile con cui condurremo il convegno. Sarà invece il racconto di quello che è successo nel rispetto delle vittime e dei protagonisti di questa vicenda, ma per evitare che si possa ripetere».
«La Mala del Brenta», ricorda, «è un pezzo di storia di questo territorio, parlarne ancora nel modo corretto senza mitizzarla, serve proprio a evitare che possa accadere di nuovo. Al convegno infatti non forniremo ai ragazzi il racconto romanzato della mala del Brenta come in una fiction. Anche perché questa impostazione è quanto di più lontano da chi scrive, un giornalista investigativo, docente all'università Sapienza, uno dei pochi giornalisti italiani con una formazione scientifica sulla criminologia e sulla criminalistica, come dimostrato dai libri che ho scritto».
«A confermare questi propositi», aggiunge, «la presenza dell’ex capo della Mobile veneziana Antonio Palmosi, che ha dato la caccia alla banda per buona parte della sua vita professionale, oltre a quella di una giornalista come Monica Zornetta, talmente informata e giusta per un convegno lontano dallo spettacolo che non va bene all’ex boss Maniero. La completezza di visione offerta infine dalla chiosa del giornalista della Nuova, Ugo Dinello, che ci spiegherà che ancor oggi in Veneto vivono e prosperano molte forme di criminalità organizzata con cui il territorio deve fare i conti, acquisendo maggiore consapevolezza. Noi accettiamo le critiche, ma fondate, e soprattutto dopo aver assistito al convegno».
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