Controllo di vicinato oltre 1.100 adesioni Sventati trenta furti
Controllo di vicinato, oltre 1100 adesioni a San Donà per una città più sicura. In pochi mesi, almeno una trentina i casi sventati che avrebbero potuto sconvolgere la vita di tante famiglie. E giovedì sera, in occasione della Notturna ciclistica, ci sarà anche un gazebo in piazza Indipendenza dove si illustrerà ai cittadini scopi, obiettivi e risultati del programma di auto-organizzazione tra vicini per controllare le aree intorno alla propria abitazione, già promosso dall’amministrazione comunale con una serie di incontri pubblici lo scorso inverno. In questi giorni c’è stata anche la nomina a referente per il Basso Veneto dell’Associazione Nazionale Controllo del Vicinato per Walter Codognotto, tenace e determinato coordinatore del gruppo di Isiata, tra i primi a essersi costituiti. «Numeri eccezionali e inimmaginabili solo pochi mesi fa», commenta il vicesindaco e assessore alla sicurezza Luigi Trevisiol, «quando si sono avuti i primi contatti tra l’amministrazione comunale e l’Associazione nazionale del Controllo del Vicinato e con i suoi esponenti di Gambarare di Mira».
Il sindaco Andrea Cereser è molto soddisfatto dei risultati ottenuti e della partecipazione dei cittadini così numerosi. Il Controllo del vicinato ha innanzitutto una valenza sociale, volto a favorire i buoni rapporti di vicinato come base per la sicurezza, secondo il motto per cui il miglior antifurto è il proprio vicino di casa. «Il progetto è in linea con quanto suggerito dal prefetto Domenico Cuttaia riguardo alla sensibilizzazione e organizzazione dei cittadini anche attraverso incontri pubblici», dice il sindaco Andrea Cereser, «vanno nella stessa direzione le cene tra vicini, come quella organizzata qualche tempo fa in via Leonardo da Vinci».
Le prime aree ad auto-organizzarsi sono state Fossà, Isiata e Fiorentina, seguite da San Pio X e San Giuseppe, e poi Passarella, Chiesanuova, Calvecchia. Il servizio si è poi avviato a Mussetta, Palazzetto, Santa Maria di Piave, Grassaga. Ogni comunità ha scelto gli strumenti di cui avvalersi per comunicarsi le informazioni, dal telefono ai social network. Supportati dall’amministrazione che ha organizzato una serie di incontri sul tema oltre a momenti informativi sulla sicurezza e la legittima difesa. «Non si tratta di ronde, ma solo di prestare attenzione e segnalare situazioni dubbie», aggiunge Raimondo Cicogna, agente di Polizia Locale che coordina il progetto, «si basa su una rete per comunicare casi sospetti, ed è un modo per mantenere rapporti di buon vicinato».
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