Controlli antimafia sulla terza corsia

Carabinieri, polizia, Guardia di finanza e Dia hanno passato a setaccio mezzi e uomini impegnati a Meolo
Di Mitia Chiarin

MEOLO. Un vasto dispiegamento di forze, oltre una ventina di agenti tra polizia, carabinieri, guardia di finanza, ispettori della Dia, con le casacche con la sigla della Direzione investigativa antimafia e le auto di ordinanza. Investigatori al lavoro in mezzo agli operai, tra le ruspe. Blitz ieri mattina nel cantiere della terza corsia lungo l’autostrada A4 Venezia-Trieste all’altezza di Meolo.

Uno spiegamento di forze inusuale in un cantiere e così i residenti della zona si sono allarmati temendo qualche incidente grave. La mente va al gennaio 2012 quando nel cantiere della terza corsia perse la vita in un incidente sul lavoro uno degli operai. Il clamore provocato dalla vista delle auto delle forze dell’ordine ha così reso ufficiale il blitz che ha interessato ieri mattina e fino al primo pomeriggio l’attività nel cantiere della terza corsia.

«Controlli di routine sull’operatività del cantiere, per la legislazione di controllo antimafia», fanno sapere da Autovie Venete. E lo stesso dicono le fonti investigative. Nessun blitz per indagini ma controlli, praticamente di routine, eseguiti ieri, su coordinamento della Prefettura di Venezia e ovviamente guidati dalla Direzione investigativa antimafia di Venezia. Verifiche che rientrano nei controlli disposti sulle grandi opere, come è appunto anche il cantiere della terza corsia lungo la A4, dal comitato di coordinamento dell’alta sorveglianza sulle grandi opere.

Controlli che hanno l’obiettivo di vigilare sui grandi appalti per impedire e scoprire eventuali infiltrazioni mafiose o criminali, nel mondo degli appalti, e anche il rispetto delle normative sul lavoro e sulla sicurezza. I documenti acquisiti nel corso del controllo ora saranno vagliati dagli inquirenti.

Controlli come questi sono fondamentali per tenere sotto controllo un settore, quello degli appalti legati alle grandi opere, da tempo nell’occhio del ciclone per possibili infiltrazioni criminali. E neanche il Veneto, si sa, può dirsi immune. L’alta sorveglianza sulle grandi opere dispone vari tipi di controlli. A livello periferico questi sono coordinati dalle Prefetture. Vengono messi in campo, come ieri mattina, dei gruppi interforze in cui sono presenti sia carabinieri che agenti di polizia, con la Squadra mobile di Venezia, finanzieri e funzionari dell’Ispettorato del lavoro e dell’Inps ( impegnati nel contrasto in particolare al fenomeno del lavoro nero e per la sicurezza nei luoghi di lavoro) oltre che dai funzionari della Dia. Da quel che si è potuto sapere ieri non sono emerse irregolarità e comunque si dovranno attendere le verifiche per avere il quadro effettivo dell’esito dei controlli. Il comitato di alta sorveglianza sulle grandi opere prevede che ne i controlli operino assieme alle forze di polizia anche gli ispettori del lavoro e della previdenza perché spesso anche fenomeni come il lavoro “nero”, sono «rivelatori di una possibile ingerenza criminale soprattutto nei contesti territoriali a legalità debole ».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

GUARDA LA FOTOGALLERY

E COMMENTA

WWW.NUOVAVENEZIA.IT

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia