Controlli al villaggio sinti sugli intestatari degli affitti
di Carlo Mion
FAVARO
Le forze dell’ordine ancora nel villaggio sinti di via del Granoturco. Ieri mattina, infatti, polizia e vigili urbani hanno verificato chi abita nel campo e se ne hanno titolo per farlo. Un controllo per capire se oltre alle famiglie intestatarie dei contratti d’affitto delle casette ci sono persone che non risiedono all’interno della struttura.
Il controllo è servito anche a verificare lo stato di alcune abitazioni e in particolare una, danneggiata ora disabitata.
Le forze dell’ordine vogliono far capire agli ospiti del villaggio che stanno controllano da vicino la situazione. In particolare da quando è scoppiata una guerra tra le famiglie di Gaetano Braidic e di Renzo Hudorovic. I nomi delle persone sancite ieri mattina ora saranno confrontati con quelli delle liste stilate quando sono state assegnate le casette. Le persone che non incluse non possono starci. Inoltre l’intestatario delle casetta danneggiata e spogliata di ogni mobile rischia di perdere ogni titolo per occuparla. È l’abitazione di Renzo Hudorovic. O meglio della moglie. Ma da qualche mese la famiglia non abita più in quella casetta, perché si è trasferita a Marcon. Il comune a breve dovrà affrontare un’altra questione spinosa: a diversi ospiti inizieranno a passare in giudicato le sentenze dei reati commessi successivamente a quando sono andati ad abitare in via del Granoturco. Quando venne aperto il villaggio, l’allora sindaco Massimo Cacciari, disse che da quel momento non sarebbero stati tollerati comportamenti illegali e chi commetteva dei reati e veniva condannato sarebbe stato allontanato. Da capire, naturalmente, se gli intestatari dei contratti d’affitto non siano mogli e figli incensurati.
È una "guerra" tra le famiglie Braidic e Hudorovic che vivono entrambe nel villaggio sinti di via del Granturco, a preoccupare le forze dell'ordine che la scorsa settimana hanno compiuto un blitz nella struttura. Cercavano armi che qualcuno ha fatto sparire. Sarebbero pistole pronte ad essere usate in questa "guerra". Le pistole non sono state trovate e questo preoccupa non poco. I motivi della "guerra" non si conoscono. O meglio, polizia e carabinieri non li conoscono con precisione, anche se sospettano siano collegati alla situazione venutasi a creare con gli arresti seguiti a due operazioni delle forze dell'ordine che hanno portato in carcere diversi ospiti del campo. Da quel momento certi equilibri interni al campo sono saltati. Negli ultimi mesi, le forze dell'ordine hanno registrato diversi episodi di violenza e danneggiamento.
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