«Contro la mafia a Nordest servono più anticorpi» / FOTO
di Roberta De Rossi
VENEZIA. «Ascolta come batte forte il tuo cuore, mi sono accorto della mia anima quando me la volevano togliere: non ci toglieranno l’anima». Citando il poeta russo Šalamov - e le sue parole di prigioniero in un cubicolo in Siberia - Roberto Saviano ha ieri sera salutato la folla che ha gremito, entusiasta, la Pescheria di Rialto: un migliaio di persone (moltissimi i giovani) arrampicate fin sopra i banchi della frutta. Tutti stretti in piedi - come imposto dalla scorta per motivi di sicurezza (e non sono mancati tre malori nella calca) - ad applaudire a lungo, ripetutamente e con grande affetto lo scrittore napoletano, in laguna su invito del librario-editore veneziano Giovanni Pelizzato per presentare "ZeroZeroZero" e parlare del mercato mondiale della cocaina, come business che tutto muove, economia, appalti, investimenti, non solo droga, ma finanza e economia.
Saviano ha parlato soprattutto della necessità di reagire alle infiltrazioni: «In questo Nordest fragile, come l'Italia, in questi anni di crisi: è cruciale la battaglia nel Nord Italia, perché qui non ci sono ancora gli anticorpi». «E si innesta la rimozione», ha rilevato l’assessore Gianfranco Bettin, sul palco con lui, «un mese fa i carabinieri a Mestre hanno sequestrato 3 chili di eroina purissima a un imprenditore, che si è giustifcato dicendo “c'è la crisi”, ma la notizia è durata pochissimo. L’Osservatorio Ecomafie ha tracciato che metà del traffico è locale, la metà grandi organizzazioni, in particolare la ’ndrangheta, che entrano in un territorio che ha bisogno come acqua di questi soldi.
Ma c’è anche incapacità di capire anche da parte delle istituzioni: la Regione ha autorizzato a Porto Marghera un polo per lo smaltimento di rifiuti, in tempi in cui l'ecomafia è una filiera attrezzatissima».
«È così, perché le mafie prima smaltivano i rifiuti», ha evidenziato Saviano, «ora si attrezzano anche per la bonifica dei siti. Conoscendo loro conosci l'avanguardia economica, il modo di ragionare di finanzieri, banche». E ancora l’appello a «leggere, conoscere, sapere, perché il potere ha paura di chi legge, prende tempo, riflette, parla con gli altri», con una denuncia forte: «Stiamo tornando nel buio berlusconiano e non ho pura a dirlo. Ho l'impressione che stiano alzando la posta, scelte pericolose come il tentativo d incidere sul reato di concorso esterno, tutta la vicenda Ruby, gli scandali, cos'altro può capitare di peggio? Loro vogliono conservare le cose, la vera forza sta nel cambiamento».
La due giorni veneziana di Saviano, lo ha portato domenica ad una passeggiata notturna in piazza San Marco, ieri al Ghetto, in visita al museo dalle Sinagoghe , accompagnato dal presidente Riccardo Calimani, a pranzo all'osteria alla Vedova. Una boccata di libertà in una vita blindata: «Sono arrivato a piedi, non ho messo di camminare, passeggiare, di attraversare canali - ringrazio molto i carabinieri veneziani per questo - e mi ha stupito trovarmi nella difficoltà di gestire tutta la bellezza che Venezia trasmette: c'ero stato una volta prima del “disastro" della mia vita, è una delle poche città dove ci può sentire se stessi e mi ha concesso una speranza per l'Italia, così annichilita. Perché una simile bellezza è alleata di chi vuol cambiare lo stato delle cose».
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