Contro il degrado un distretto del commercio per Mestre

La proposta contro il degrado: intesa tra pubblico e privato per valorizzare il centro. Ascom e Confesercenti: «Noi ci siamo»

VENEZIA. Un distretto urbano del commercio per mettere assieme pubblico (gli enti locali) e privato (imprenditori, commercianti, categorie e Camera di commercio) per lo sviluppo economico e sociale del centro di Mestre. Guardando all’esempio di Brescia dove sono stati investiti 7 milioni di euro in azioni di rivitalizzazione della città. La prposta rilanciata lunedì al dibattito dei Federalisti riformisti a Mestre, da Nicola Pellicani dell’omonima Fondazione, trova consensi.

L’idea è presto detta: mettere in rete i negozi, costruendo una parco commerciale all’aperto, che prevede una mobilità compatibile, opere di riqualificazione urbana accompagnate da iniziative culturali, al chiuso e all’aperto. Tutto sotto un’unica regia, puntando alla rioccupazione dello spazio pubblico da parte dei cittadini. In modo permanente, non occasionale come oggi. Se è stato fatto a Brescia è possibile che non si possa fare anche a Mestre? Le categorie sono d’accordo. Dice Doriano Calzavara, presidente di Ascom: «Non abbiamo bisogno di altri ipermercati. Nell’area dell’ex Umberto I abbiamo la possibilità di vedere una nuova galleria commerciale che può ospitare una parte di un distretto del commercio inteso come un centro commerciale a cielo aperto.

Occasioni per ripensare a spazi commerciali sono anche l’Excelsior e l’ex distretto di via Poerio, legato al museo M9, che possono essere attrattivi al pari della galleria Matteotti che ha cent’anni e non vede mai un negozio chiuso. Ma bisogna fare in fretta: basta copiare altre esperienze in giro per l’Italia. Il Comune pensi agli interventi di riqualificazione e arredo urbano, mentre gli imprenditori penseranno ad investire». Calzavara insiste: «Ne abbiamo parlato al sindaco, lui ha detto va bene, ma non possiamo aspettare oltre, occorre fare e subito. Riaprendo i mille negozi persi in città, le mille sentinelle, come le chiamo io, avremo benefici anche sul fronte della sicurezza». Maurizio Franceschi della Confersercenti, ci crede: «Un progetto di animazione sociale ed economica che coinvolga pubblico e privato, legato ai temi della mobilità e della gestione dei parcheggi con interventi di qualificazione urbana.

Le radici per agire ci sono già, nel progetto che abbiamo presentato con Comune e Camera di commercio in Regione per arrivare terzi al bando e ottenere i primi 150 mila euro. Serve ora il “town management”, una cabina di regia degli interventi ed eventi nel centro cittadino», spiega Franceschi. E precisa: «Soluzioni risolutive e immediate non ci sono dopo le politiche folli del passato. Serve un progetto sul commercio che abbia quella lungimiranza che finora non c’è stata», dice, «e servirebbe un impegno diretto del sindaco che finora non si è visto molto nell’indicare il futuro prossimo della città».

Per molti i cantieri in centro stanno diventando un boomerang per la giunta Orsoni: milioni di euro spesi per migliorare Mestre che, se non sono seguiti da politiche di accompagnamento e sostegno al commercio e ai cittadini, producono, visti i disagi dei cantieri, un evidente malcontento. Pessimista sulle possibilità di cambiare la situazione è Giuseppe Fedalto, presidente della Camera di commercio. «Siamo al De Profundis, mi dispiace. Tra pochi giorni aprono 25 mila metri quadri del nuovo Auchan, tra qualche mese i 22 mila del Blo. Noi partecipiamo alle iniziative del Comune, che si impegna, ma sono pessimista: possiamo intervenire nel centro di Mestre ma non garantiremo un vero rilancio per le attività di Favaro, Marghera, Zelarino che soffrono anche di più questa crisi».

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