Contributi per l’impianto a biogas, esposto alla Procura
CAVARZERE. Potrebbe essere stato concesso sulla base di una falsa attestazione il contributo pubblico di oltre otto milioni di euro assegnato nel 2010 dal Ministero dello sviluppo economico a undici beneficiari (tra cui Veritas, l'Enea, il Cnr, le università di Verona e Cà Foscari, ecc.) per l'impianto a biogas di Revoltante (nella foto). Lo sostengono alcuni esponenti dei comitati ambientalisti di Cavarzere e San Pietro sulla scorta di documenti pubblici prodotti, nel tempo, dai vari enti interessati alle procedure autorizzative per l'impianto esistente e per quello progettato.
Il tutto è stato scritto nero su bianco in un esposto (primo firmatario Paolo Campaci) alla Procura della Repubblica di Venezia per gli opportuni accertamenti. L'impianto esistente a Revoltante è un “classico” digestore anaerobico alimentato a «matrici di orgine agricola» che produce biogas ed energia elettrica. È di proprietà della Martinelle energia srl (società con referenti cavarzerani, tra cui il consigliere comunale Amedeo Bernello, dell'Ncd) che è una controllata del gruppo Ladurner, ed è stato autorizzato dalla Regione con Dgr 2881 del 30 novembre 2010. I lavori di costruzione erano iniziati il 18 luglio 2011 (così diceva il cartello di cantiere) e terminati nel 2012. Ma il 14 febbraio 2014 la Martinelle energia ha chiesto una «variante non sostanziale» per poter alimentare la centrale con la frazione umida della raccolta differenziata, proveniente da un impianto Veritas di Marghera. Opposizione dei comitati ambientalisti, del Comune (dopo una fase di incertezza) e no “tecnico” delle Regione che la società sta ancora cercando di superare. Ed è per questo secondo impianto (perché di un nuovo impianto a tutti gli effetti si tratta, secondo la Regione) per ora solo progettato, che il Ministero dello sviluppo economico aveva concesso nell'ottobre 2010 (notare la data) quel contributo di otto milioni di euro, sulla base di un decreto ministeriale del febbraio 2008 che finanziava progetti innovativi di «efficienza energetica», tramite un bando del marzo 2008, cui avevano partecipato Veritas (poi beneficiaria di uno di quegli otto milioni), come capofila, e altri enti pubblici, insieme alla privata Laduner (beneficiaria di due milioni). Ma nel partecipare al bando, con questo progetto, nel 2008, era stata presentata una relazione denominata «Progetto industria 2015» che dava per esistente (o quasi) l'attuale impianto di Cavarzere, definendolo, qua e là nelle pagine, «in via di realizzazione» o, addirittura, «realizzato» mentre esso sarebbe stato autorizzato solo a fine 2010 e avrebbe visto la luce nel 2012. «Potrebbe, questa falsa dichiarazione aver contribuito all'assegnazione del contributo?» si chiedono gli ambientalisti. E chiedono alla Procura di fare luce.
Diego Degan
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