Contratto per l’Off shore siluro di Casson a Costa

Interrogazione al ministro Delrio sulle «decisioni strategiche» in scadenza di mandato. Il senatore ipotizza anche responsabilità penali e contabili

«Decisioni strategiche importanti assunte in regime di prorogatio. Che potrebbero comportare responsabilità penali e contabili. Cosa intende fare il ministro delle Infrastrutture?». Un vero siluro, quello lanciato dal senatore veneziano Felice Casson al presidente uscente dell’Autorità portuale Paolo Costa che ha firmato l’altro giorno a Ca’ Farsetti, alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, il contratto per la progettazione esecutiva della nuova piattaforma Off shore con l’azienda cinese CCCG e i suoi partner italiani. Quattro milioni di euro del Porto per progettare il sistema Voops («Venice off-shore on shore port system), che significa la piattaforma in mare e poi l’area logistica per i container a Marghera. Un atto importante, secondo Brugnaro e Costa.

Ma adesso Casson interviene sul punto che era stato sollevato anche dal deputato del Pd Michele Mognato il giorno della firma. «Forse era più opportuno attendere l’arrivo del nuovo presidente Pino Musolino, già votato dalle Camere».

L’ex magistrato rincara la dose. «Il vecchio presidente del Porto», scrive in una interrogazione inviata ieri al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, «sta assumendo in questi giorni impegni anche finanziari rilevanti, cosa che esula dal regime di prorogatio. A cominciare dall’off-shore in assenza tra l’altro di approvazione del progetto da parte del Cipe. «Altre decisioni importanti che parrebbe opportuno demandare al nuovo presidente», continua Casson, «parrebbero riguardare l’affidamento del Piano regolatore portuale, le nomine di presidenti di nuove società spettanti al nuovo presidente e la definizione di accordi e concessioni con valenza pluriennale».

«Nuove decisioni senza il consenso del nuovo presidente e del ministro potrebbero essere in futuro disattese», conclude Casson, «e dunque comportare rilevanti responsabilità anche in materia contabile». Una battaglia che si fa dura. Perché alla freddezza del ministero sul progetto off-shore – rilanciato invece dal Comune di Brugnaro e da Costa – si aggiunge adesso anche l’offensiva dei parlamentari veneziani. E dalle associazioni. «I cinesi dovevano portare finanziamenti», dice Venezia Cambia, «ma per adesso hanno avuto 4 milioni per fare il progetto».

Alberto Vitucci

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