Contratto del gas al “caro estinto”
Contratto del gas al “caro estinto”. E non proprio da qualche giorno, perché il titolare del contratto per la fornitura del gas era deceduto ormai da 12 anni.
Non bastavano i contratti stipulati con clienti totalmente inconsapevoli di averli stipulati, adesso li sottoscrivono anche i morti e continuano a fruirne una volta passati a miglior vita. Ad essere accusata è la compagnia Green Network . La vicenda riguarda un pensionato di San Donà, morto nel 2004. Un altro scandaloso esempio di pratiche commerciali del tutto scorrette che vanno ad aggiungersi alle mote altre segnalate dai cittadini, spesso contattati da call center che strappano l’assenso, o emissari che giungono nelle casa e convincono i nuovi utenti, soprattutto anziani soli e confusi.
«La figlia della persona deceduta s’è rivolta a noi incredula», spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico , «dicendoci che qualche tempo fa Green Network aveva inviato una lettera al padre morto nel 2004 congratulandosi e ringraziandolo per aver scelto la loro compagnia per la fornitura di luce e gas. In realtà nella casa dell’uomo vive proprio la figlia che ha da tempo un contratto con un altro gestore. E nessuno ha mai ricevuto telefonate o è mai stato contattato dall’azienda. Dopo la nostra contestazione Green Network ha annullato il contratto, com’era ovvio. Ma la vicenda resta comunque inquietante».
Di recente, Adico aveva raccontato le storie di tre utenti veneziani che si sono rivolti all’associazione dopo essersi ritrovati clienti Green Network senza averne mai fatto richiesta. «Queste persone hanno ricevuto a casa un contratto mai stipulato», ricorda ancora il presidente dell’Adico, Carlo Garofolini, «non stiamo parlando di utenti che, dopo aver ricevuto una chiamata dal call center, si sono ritrovati con un nuovo operatore pur convinti di non aver mai pronunciato un “sì” durante la telefonata. Qui il contratto è arrivato senza che vi sia stato nessun contatto prima fra l’azienda e il diretto interessato. Però almeno stiamo parlando di persone ancora in vita. Nel caso del pensionato di San Donà, l’azienda ha proprio sbagliato i suoi calcoli dimostrando strategie di vendita assolutamente censurabili».
Giovanni Cagnassi
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