Contratto dei comunali, referendum entro metà marzo
PADOVA. La trattativa sindacale ripartirà martedì: sulla parte economia l’accordo di massima è stato quasi raggiunto, su quella normativa - relativa anche all’organizzazione del lavoro - ci sono ancora alcuni punti da chiarire. Ma, la trattativa tra amministrazione comunale e organizzazioni sindacali, sembra aver imboccato la strada giusta.
L’obiettivo delle organizzazioni sindacali è di sottoporre l’accordo ai 2700 dipendenti, tramite referendum, entro la metà del mese di marzo. In tempo utile per ritirare le cause pendenti davanti al giudice del lavoro per l’applicazione unilaterale del contratto. Venerdì la trattativa tra Comune e rappresentanti sindacali è durata quasi undici ore.
Idee vincenti azzerate. Svuotato l’Istituto delle idee vincenti che voleva premiare i dipendenti che presentavano progetti per la città, partorendo stramberie come trasformare gli studenti delle scuole medie in addetti alla manutenzione, o far alzare un drone su Venezia per gestire i flussi turistici.
Il Comune aveva erogato più di 400 mila euro ma ora i 697 dipendenti che avevano presentato le idee vincenti stanno restituendo i soldi. Il Comune infatti, agendo in autotutela, a dicembre li ha chiesti indietro dopo i rilievi mossi dalla Corte dei Conti. Istituto svuotato ma anche sparito?
«Per il 2018 non è stato finanziato», spiega l’assessore al personale Paolo Romor, «ma resta nella parte normativa». «Dovrà sparire anche dalla parte normativa», dice Piero Bulla della Uil. Aggiunge Daniele Giordano, della Fp Cgil: «Quanto discusso venerdì non le prevede dato che non ci si mette un euro, non firmeremo nessun contratto che le prevede».
Progetti speciali. Sempre per la parte economica la bozza d’intesa prevede 1,1 milioni per i progetti specifici (prima erano 1,9) che riguardano soprattutto l’attività dei vigili urbani, 1,480 milioni per la produttività individuale (erano 1,3) e 1,480 per la produttività organizzativa (prima a disposizione c’era 1 milione) e infine 400 mila euro per i progetti specifici.
«Rispetto a prima», spiegano i rappresentati sindacali di Cgil, Uil, Diccap e Cobas, «ci sarà una più equa distribuzione delle risorse».
La stima è che il premio di produttività possa così passare da 650-700 euro a 1100-1200 euro, a seconda dei ruoli e degli incarichi dei dipendenti.
Parte normativa. Che la strada imboccata sia quella giusta per arrivare all’accordo lo dicono tutti - sindacati e Comune - ma che sulla strada possa trovarsi qualche ostacolo ingombrante nessuno lo esclude. Ci sono alcuni punti assai delicati, a partire dai criteri per la distribuzione delle risorse individuate nella parte economica. Il primo riguarda i progetti speciali.
«Basta con i soldi a chi sequestra più dardi luminosi», sostiene Giordano, Funzione pubblica Cgil, «ci vogliono progetti seri». Secondo: i servizi educativi. Come saranno organizzati, con quale personale? Terzo: la mobilità interna. Il Comune vorrebbe mano libera, i sindacati chiedono all’amministrazione di stilare criteri condivisi. Quarto: il part-time e il telelavoro. Quest’ultimo non piace molto all’amministrazione. Nodi che, a partire dall’incontro fissato per martedì, potranno essere sciolti anche grazie alle indicazioni - e alle loro ricadute - contenute nel nuovo contratto collettivo nazionale che, tra mercoledì e giovedì, dovrà essere firmato a Roma tra governo e sindacati.
«Mi sembra che ora le premesse ci siano», dice Romor, «in questi mesi è stato fatto un duro lavoro dalle delegazioni trattanti. Su alcuni punti c’è l’accordo e sugli altri bisognerà raggiungerlo ma mi sembra che il clima negli ultimi mesi, dopo la convocazione in prefettura, sia notevolmente migliorato. Sono fiducioso».
Assemblea. Martedì riparte la trattativa, poi arriverà il contratto nazionale. L’obiettivo è di chiudere per fine mese, per arrivare all’assemblea con i lavoratori e al referendum sull’accordo entro la metà o la fine del mese di marzo.
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