«Contorta, primo scavo ambientalista»

Presentato ieri in Autorità portuale il progetto per il nuovo canale. Costa assicura: con i fanghi proteggiamo la laguna
Di Alberto Vitucci
La supernave MSC Divina mentre transita nel bacino san Marco, Venezia, 21 settembre 2013. ANSA/ANDREA MEROLA
La supernave MSC Divina mentre transita nel bacino san Marco, Venezia, 21 settembre 2013. ANSA/ANDREA MEROLA

Il Contorta? Servirà per ripopolare la laguna di ghiozzi. Uno degli effetti benefici dello scavo del nuovo canale, secondo il Porto, sarà proprio il recupero della laguna centrale, oggi a rischio e scarsa di specie ittiche tipiche. Il Porto non arretra. E spinge sempre più forte il suo progetto come «unico possibile» per togliere in fretta le navi da San Marco. «Stiamo solo mettendo in atto quanto deciso dal Comitatone», dice il presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa.

Diciannove mesi di lavori, 6 milioni di metri cubi di fanghi da scavare per costruire velme di protezione al canale e 400 ettari di nuove barene in laguna centrale, due milioni per «proteggere» le rive delle isole Sant’Angelo delle polveri e San Giorgio in Alga. Ieri Costa, circondato da consulenti e tecnici, ha illustrato nei dettagli il progetto di «Adeguamento della via acquea di accesso alla Marittima». Depositato al ministero dell’Ambiente e inviato in questi giorni agli enti per la Valutazione di Impatto ambientale.

Abile ed esperto in procedure, l’ex ministro ha respinto una a una le obiezioni che in queste ore gli vengono rivolte. «È un’opera di recupero ambientale, a cui aggiungiamo un canale», attacca, «basta vedere le cifre stanziate: 42 milioni sono per lo scavo, 71 per il ripristino ambientale e le nuove barene, 30 per i sottoservizi». Nicola Torricelli, dirigente del Porto che ha firmato il progetto, ribadisce: «Abbiamo accolto l’esigenza di scavare un nuovo canale portuale trasformandola in recupero ambientale». Ad essere «adeguato» sarà il piccolo canale Contorta-Sant’Angelo, la cui profondità verrà portata da un metro e mezzo a dieci metri e mezzo, la larghezza da dieci a centoventi. Emanuele Zanotto, consulente della Protecno, assicura che gli impatti sono trascurabili se paragonati con l’intera superficie della laguna. L’aumento dei fumi e del Pm10 non sarà superiore all’1 per cento. «Dal punto di vista idraulico non ci sono problemi», gli fa eco l’ingegnere Ezio Adami».

«Forzature? L’unica forzatura è il recupero ambientale», scandisce Costa. E le altre alternative, che il Senato aveva chiesto di mettere «ad armi pari» rispetto al nuovo canale? «Ben vengano, presentino i progetti», attacca il presidente, «sapendo che qui stiamo parlando dell’unico progetto che si può fare in tempi brevi, che può dare sicurezza agli operatori delle crociere. Gli altri si potranno valutare per il lungo periodo. Ma la presidenza del Consiglio le ha valutate tutte, ha scelto il nostro». Quanto al terminal al Lido, Costa lo boccia. «Crea lavoro? Ma renderà quel lavoro fuori mercato. E poi ci sono problemi ambientali, il Comune di Cavallino non vuole. C’è bisogno di una Variazione dei Piani regolatori». Perché invece il Piano regolatore non deve essere modificato per il Contorta? «Perché è un’area che non interferisce con altri interessi esistenti», risponde Costa, «e non fa parte dell’ambito portuale. Se il progetto sarà approvato ci adegueremo». Lunedì la presentazione pubblica in sala San Leonardo. E Costa è sicuro che sia «perfettamente legittimo». «Il Comitatone ha ribadito che la Marittima è irrinunciabile e che il Contorta é l’unico che elimina il traffico da San Marco e mantiene la crocieristica veneziana». Le procedure speciali? «Le ha stabilite in aprile la Conferenza Stato-Regioni. E poi, ne discutiamo da sette anni... possiamo anche decidere in 30 giorni».

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