Continua l’emergenza casa Raddoppiati gli sfratti
MIRA. È emergenza abitativa in Riviera del Brenta. Con l’arrivo del nuovo anno e la pubblicazione dei bandi per i contributi regionali sono in arrivo una valanga di richieste da parte dei cittadini, almeno 400. Si calcola che ci sarà un aumento delle domande del 20%. A fare queste stime sono l’ex presidente della Conferenza dei sindaci dell’Asl 13, Fabio Livieri, e il presidente dei sindaci della Riviera Alessandro Campalto. Dal Comune più popoloso, cioè Mira, arrivano le prime stime. «Le richieste per l’anno 2010 fatte nel 2012», spiega l’amministrazione comunale, «erano state 120. Per il 2011 ne sono arrivate 40 perché i criteri di accesso si sono fortemente ristretti. Per il 2012 la Regione non ha stanziato fondi. Ci aspettiamo circa 160 domande per il 2013». Una tendenza che vale anche per il resto della Riviera. «Per la prima volta in questi anni», spiega l’ex presidente della Conferenza dei sindaci Asl 13 Fabio Livieri, «anche nei piccoli Comuni la domanda di contributi per gli affitti è aumentata in modo evidente. Molte coppie con lavori precari e figli a carico proprio non ce la fanno ad andare avanti.
Mira a parte, dal resto della Riviera nei bandi per i contributi per l’affitto che saranno pubblicati da nove Comuni dovrebbero arrivare oltre 250 domande. Molti sfratti sono sempre più il frutto di morosità da parte degli inquilini.
Il presidente della Conferenza dei sindaci della Riviera, Alessandro Campalto, spiega che «con il nuovo anno bisognerà affrontare in una conferenza ad hoc e con strumenti concreti il problema dell’emergenza abitativa nel comprensorio». E i dati del fenomeno che Livieri fornisce sono impietosi. Nell’area della Riviera del Brenta e nel Miranese gli sfratti sono quasi 280, e sono raddoppiati con la crisi rispetto al 2008. Nel corso dell’ultimo anno c’è stato un aumento degli sfratti del 30%. «Il 50% degli sfratti è a carico di cittadini stranieri sempre più in difficoltà e spesso aiutati a rimpatriare nei loro paesi d’origine dai Comuni», ribadisce Livieri, «ma sono sempre di più anche le famiglie italiane che rischiano di finire in strada. In queste condizioni non ci sono neanche i presupposti perché queste persone possano accedere ad alloggi popolari».
Un altro dramma che si sta consumando è quello legato agli espropri di case in cui la gente ha smesso di pagare il mutuo nonostante siano state date tutte le possibili sospensioni dalle banche: senza lavoro pagare la rata è impossibile. Il 90% di chi è stato espropriato della casa è italiano.
Alessandro Abbadir
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