Continua a perseguitarla. Arresti domiciliari

Si aggrava la posizione di un uomo invaghito in modo ossessivo di una giovane barista

CAMPOLONGO. Ha violato il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima della sua azione persecutoria. E così la misura di restrizione della libertà personale si è aggravata e sono scattati gli arresti domiciliari per Lucio Biolo, sessantunenne, di Campolongo.

L’uomo è indagato per stalking nei confronti di una barista trentatreenne, pure lei di Campolongo, che lavora in un locale di Saonara.

A sollecitare la misura è stato il pubblico ministero Roberto Piccione, titolare dell’inchiesta avviata dalla denuncia della vittima.

Tallonata, messa con le spalle al muro, perseguitata: quasi 24 ore su 24 nel mirino di Biolo autore di molte lettere dal tono poetico («Al mio bocciolo di rosa...» l’incipit di una missiva) ma anche violento e ossessivo. Tanto da rampognare duramente la giovane che aveva presentato denuncia con una scenata pubblica: «Devi smetterla. E devi ritirare la denuncia altrimenti ti rovino...», e ancora «vi faccio chiudere il bar perché sono un avvocato di alto livello. Ti rovino, non sono libero di girare dove voglio e non posso vivere così... Stai attenta».

Il pubblico ministero aveva già chiesto il rinvio a giudizio per Biolo. E il difensore di quest’ultimo aveva sollecitato il patteggiamento di una pena con la sospensione condizionale, rito alternativo che deve avere il benestare del magistrato inquirente.

Nonostante la promessa dell’imputato in aula («Mi impegno»), l’azione di stalking non s’è fermata e la ragazza ha continuato a essere molestata, pedinata, costretta a ricevere omaggi non chiesti e lettere non gradite lasciate pure sul parabrezza della sua macchina.

Insomma obbligata a modificare le proprie abitudini quotidiane per sfuggire alla costante attenzione di Biolo, destinatario del provvedimento che lo obbligava a non avvicinarsi alla trentaduenne. Provvedimento calpestato dal cocciuto corteggiatore che, di quella donna, s’è fatto un’ossessione dal dicembre 2012, al tempo del loro primo e casuale incontro nel bar dove la 32enne lavora. Quel giorno lei era stata gentile con il nuovo cliente. Ma fu gentile come con tutti gli altri. Nella mente di lui, invece, era scattato qualcosa. E per la barista era cominciato l’inferno al punto da rivolgersi a uno specialista che le ha prescritto farmaci per placare l’ansia provocata da quel persecutore.

Cristina Genesin

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