Conti, spese e collaudi: tram sotto esame
«Il collaudatore statico ha verificato e confermato che non sussistono problemi di stabilità e che l’intervento messo in atto a seguito del cedimento è adeguato a garantire la sicurezza del traffico veicolare». Nessun allarme staticità, dunque, per il tram che transita sul tratto di rotaia dove domenica, all’ingresso di piazzale Roma, ha ceduto uno dei sei “tombotti” posizionati lungo la piattaforma e riempiti di sabbia in attesa di inserirvi i sottoservizi per gli scambi della linea verso San Basilio, progetto poi definitivamente cancellato dalla giunta Brugnaro. Confermati, dopo i controlli eseguiti ieri mattina, anche gli interventi di riparazione con quattro serate, dal 18 al 22 febbraio, con il tram in deposito per consentire all’impresa di riparare il danno del “tombotto” ceduto e di sistemare anche gli altri cinque coperchi, una precauzione per evitare che in futuro lo stesso problema possa ripetersi.
Il sopralluogo. In mattinata il sopralluogo, presenti l’amministratore unico di Pmv, Flavio Zanchettin, il direttore dei lavori, Andrea Ruggero, il responsabile del procedimento, Massimo Diana. Con loro anche il collaudatore statico Gianfranco Baldan. I tecnici hanno verificato lo stato dell’area di rampa S. Chiara dove ha ceduto la piastra di calcestruzzo sottostante la rotaia del tram.
Commissione. Da Avm anche un’altra novità: è stata inoltre «convocata la commissione di collaudo al fine di effettuare una apposita visita per verificare la natura delle criticità palesate dall’asse stradale e ferroviario e se queste condizionino la corretta esecuzione delle opere contrattuali dalla esecuzione delle opere». Ovvero si intende capire a fondo per quali motivi il “tombotto” ha ceduto: dalle prime informazioni raccolte, la pioggia avrebbe dilavato la sabbia che ha riempito la “scatola” coperta dal tombotto, non riempita di calcestruzzo in attesa dei lavori per San Basilio.
Progetto sotto esame. Il sindaco Luigi Brugnaro vuole «vederci chiaro». Ha sollecitato Avm, Pmv e gli uffici della Mobilità a fornire tutti i dati sulle tante magagne della linea tramviaria, in particolare sui circa 150 fermi che si sono verificati da settembre 2015, quando sono iniziate le corse del tram per Venezia: mezzi in avaria che hanno bloccato il passaggio del tram; guasti tecnici; cali di tensione alla linea elettrica e tanti altri piccoli e grandi intoppi.
Conti da chiudere e collaudi. Una verifica doverosa quella del primo cittadino per capire se il sistema tram, costato 208 milioni di euro, funziona davvero o ci sono contestazioni da avanzare. Una verifica che si intreccia al lavoro in corso da settimane negli uffici di Pmv per chiudere i conti dell’appalto con l’Ati, le imprese che da più di dieci anni lavorano al tram. «Stiamo chiudendo la parte contabile sui lavori e i relativi costi e per questa fase ci vorranno ancora un paio di mesi. Dall’altra sono in corso tutti i collaudi tecnici che termineranno tra circa sei mesi. Una montagna di lavoro, importantissimo e tutto regolato dalle leggi che normano gli appalti pubblici», spiega Flavio Zanchettin. Di mezzo ci sono anche le riserve, come i 3 milioni e mezzo di euro per il guasto del giunto in piazza XXVII Ottobre del 2012. Questione finita davanti ad un giudice.
Manutenzioni. Entro la prossima settimana dovrebbe arrivare anche il contratto, nero su bianco, per la manutenzione dei mezzi da parte della Alstom, la società che ha acquisito il ramo ferroviario della Lohr e gestisce i pezzi di ricambio del tram e che oggi arrivano a rilento.
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