Contestato l’appalto delle pulizie nella sede di Confindustria
MARGHERA. Sta finendo in rissa un appalto per i servizi di pulizia e piccole manutenzioni bandito da Confindustria Venezia per tenere in ordine la sua sede nel Parco Vega. Le cifre sono modeste, si va da un minimo di 59.000 euro ad un massimo di 90.000 all’anno, ma il fastidio è inversamente proporzionale per il presidente Matteo Zoppas. La sua gestione si trova additata come tipico esempio da non seguire: predicare bene e razzolare male.
L’appalto sarebbe stato assegnato all’impresa arrivata terza su quattro partecipanti. Non esattamente il tipo di pubblicità che serve ad un imprenditore di terza generazione come lui, con un nome famoso, che sta pilotando Venezia verso la fusione con Rovigo.
Primo caso tra le associazioni di imprenditori nel Veneto e per questo oggetto di attenzione ma anche di critiche. Comunque destinato a lasciare il segno. Coltivare grandi ambizioni e scivolare su una buccia di banana farebbe venire il nervoso a chiunque. Il dannato accidente gli arriva tra i piedi nel dicembre del 2014 quando vengono aperte le buste di una gara bandita da Sive, società della stessa Confindustria, amministratore delegato Enrico Chinellato. Siamo a porte chiuse. Quattro le imprese partecipanti: Gemini, Open Service, Eraclia, Auclean. Vince Open Service, società di servizi integrati: titolare Marco Rossini, grande elettore di Zoppas.
Protesta Andrea Ugolini, titolare di Auclean, ditta che da una dozzina d’anni svolge ininterrottamente il servizio. Essere buttato fuori dopo due lustri e passa di onorato servizio, non è facile da digerire. Ma diventa un boccone immangiabile se la defenestrazione è fatta col trucco.
Questo sostiene Ugolini. Secondo lui la gara avrebbe dato il seguente esito: prima, Gemini che offriva 59.000 euro; seconda Auclean (78.000 euro); terza Open Service (83.000 euro; quarta Eraclia 140.000 euro (cifra riferita a voce, delle altre ha documentazione scritta). L’offerta di Gemini è stata dichiarata anomala, perché troppo bassa. Ergo, il lavoro deve rimanere a lui.
Dove ha pescato queste cifre Ugolini? È quello che vorrebbe tanto sapere Carlo Stilli, direttore di Confindustria Venezia, rilanciando la domanda ai giornalisti che gli telefonano. Eppure qui nessuno fa il chierichetto, tutti sanno tutto, a cominciare da Gemini, il cui titolare Giorgio Querci respinge la dichiarazione di offerta anomala: «Faccio questo lavoro da 25 anni e in quel prezzo ci stavo dentro». Perché non ha ricorso? «Ho troppe cose da fare lo stesso».
Non si dà pace invece Ugolini. Scrive a Stilli e a Zoppas. Minaccia di far sapere tutto ai giornali. Alla fine lo convocano per una mediazione. «La controproposta di Stilli è stata una rotazione: il primo anno lavora Open, il secondo anno Auclean», racconta Ugolini «Ho risposto di no, perché dovevo mettermi d’accordo con chi voleva soffiarmi il lavoro? Per giunta nel capitolato di Open non è compresa la manutenzione ad alcuni impianti che invece erano previsti e sono andati in sub appalto alla Nuova Marghera, società di Vincenzo Marinese, il vice di Zoppas. O fanno una nuova gara, o li porto in tribunale».
«Tutto falso», replica Stilli. «Non abbiamo mai fatto controproposte: era Ugolini che si offriva di entrare in rotazione. Restiamo del parere che dopo 12 anni di affidamento diretto la gara andava fatta e l’esito non è quello da lui riferito». Qual è? Non possiamo dirlo per la privacy».
L’unico risultato di questo tiramolla è far arrivare la notizia ai giornali. A quel punto la strategia di Confindustria cambia: privacy passa in secondo piano e cifre ufficiali della gara: Gemini 61.260 euro; Open Service 76.440; Auclean 78.000; Eraclia 86.400. Offerta anomala Gemini, lavori assegnati a Open, tutto regolare. Sembra la mossa del barbiere: apertura di pedone e scacco matto con regina e alfiere. Detto anche «il matto dello scemo». Ma se la situazione era così chiara, perché non dirlo prima evitando la frittata in pubblico e lo strascico in tribunale?
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