Conte: «Tassiamo le multinazionali che vanno all’estero»

QUARTO D’ALTINO. Tassare le grandi multinazionali che, dopo aver acquisito imprese d’eccellenza in Italia, subito dopo ne trasferiscono all’estero le funzioni aziendali. È quanto prevede una proposta...

QUARTO D’ALTINO. Tassare le grandi multinazionali che, dopo aver acquisito imprese d’eccellenza in Italia, subito dopo ne trasferiscono all’estero le funzioni aziendali. È quanto prevede una proposta di legge depositata alla Camera dall’onorevole Simonetta Rubinato (Pd). Obiettivo: scoraggiare il fenomeno delle delocalizzazioni e salvaguardare il patrimonio di conoscenze delle nostre aziende. La proposta è già sul tavolo del nuovo ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato. Il provvedimento, alla cui stesura ha contribuito il fiscalista Giovanni Piasentin, è stato presentato ieri, non a caso alla vigilia del Primo Maggio. E simbolico è stata anche la scelta di Quarto d’Altino. Perché, come ha sottolineato il sindaco Silvia Conte, «quando parliamo di delocalizzazione è ovvio che il pensiero vada alla vicenda della Ditec». Era il dicembre 2011 quando, a soli due anni dall’acquisizione dell’azienda, la multinazionale Assa Abloy annunciava la decisione di trasferire la produzione in Cina e Repubblica Ceca. «Accolgo con riconoscenza questa iniziativa di legge di Rubinato. Confidiamo che quanto accaduto qui possa servire in prospettiva per migliorare la situazione delle tante altre Ditec nel Paese», ha aggiunto Conte. La proposta di legge riprende una norma già introdotta nel 2008 in Germania e che si è posta il problema di come considerare sul piano fiscale queste delocalizzazioni. «Se la multinazionale va a produrre all’estero utilizzando le conoscenze, la ricerca e lo sviluppo realizzati in Italia, sta creando un profitto in un altro Paese. Ma lo fa utilizzando in un altro Stato una funzione produttiva, localizzata in Italia», spiega Rubinato, «bisogna che questo profitto venga calcolato». Andranno fatte una serie di valutazioni del prezzo di trasferimento, dunque, ai fini di un'equa tassazione di queste riorganizzazioni aziendali transfrontaliere. «Ci sono delle regole di mercato e di libertà di stabilimento che vanno senz’altro rispettate. L’obiettivo», conclude Rubinato, «è di salvaguardare attraverso lo strumento fiscale le conoscenze, le ricerche e il patrimonio sociale delle nostre aziende».

Giovanni Monforte

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