Contabile infedele, truffa da un milione

Caorle. Mancati versamenti Iva, raggirato un centinaio di clienti. Molti si sono già presentati ai carabinieri per la denuncia

di Gemma Canzoneri

 

CAORLE. Il modus operandi è diverso, ma la truffa si ripete: anche Caorle, dopo Jesolo e la vicenda che ha coinvolto il ragioniere Nicola Nardin, fa i conti con un raggiro finanziario ai danni di decine di clienti (c’è chi parla di un centinaio) di uno studio contabile. Secondo le testimonianze delle vittime che già si sono presentate per formalizzare la denuncia e stando a quanto evidenziato dalle indagini dei carabinieri il danno, questa volta, si aggirerebbe attorno al milione di euro. Forse di più.

Protagonista della vicenda è uno dei soci di uno studio contabile associato di via Roma a Caorle. Il contabile avrebbe fatto leva sull’amicizia che spesso si instaura tra il professionista e il cliente per fare la cresta sui versamenti dell’Iva. Una vicenda che nasce anni fa, ma che scoppia negli ultimi mesi, quando alcuni clienti insospettiti, col tempo, da operazioni poco chiare e, spesso, troppo onerose, cercano di vederci chiaro o si presentano a denunciare il fatto ai carabinieri.

Tra i truffati ci sono i responsabili di numerose attività commerciali come pure molti privati, che in questi anni si erano affidati allo studio di via Roma per la tenuta della loro contabilità. Tra le vittime del contabile infedele lo stesso studio di cui era socio. Una volta scoperto il contabile è stato subito allontanato dalla società e da tempo non vive più a Caorle. Lo studio, vittima del discredito, non ha più potuto lavorare ed è stato dichiarato fallito. Stando alle denunce raccolte fino a questo momento, solamente con gli accertamenti sugli ultimi sette anni fatti dai carabinieri di Caorle, il raggiro si attesterebbe attorno al milione di euro. Ma non è affatto escluso che fosse iniziato molto tempo prima, facendo temere che l’ammontare della truffa sia dunque ancora più consistente.

Sconcerto e indignazione tra i cittadini di Caorle tra i quali la notizia si è sparsa velocemente come pure le denunce di frode fatte ai carabinieri dopo la quantificazione delle cifre sottratte ad ogni singolo cliente. «Non mi sarei accorto di nulla se dallo studio non mi avessero avvertito del raggiro» testimonia un libero professionista seguito dal noto contabile da diversi anni. «Con lui, oltretutto, si era instaurato un rapporto quasi di amicizia e non avrei mai sospettato della sua malafede».

Una truffa fatta a regola d’arte che ha visto sottrarre dalle tasche di molti assistiti, dalle poche centinaia di euro che si potevano spuntare con una denuncia dei redditi, alle decine di migliaia di euro di cui si potevano alleggerire clienti più grossi e con giri d’affari più elevati. Tutto utilizzando guanti di velluto, o meglio sfruttando la cieca fiducia del cliente.

Ora, l’inchiesta, seguita e conclusa dalla squadra dei carabinieri di Caorle capeggiata dal maresciallo Francesco Lambiase, attende solo le decisioni che, in merito, prenderà la Procura di Venezia. Alle vittime rimane solo la speranza che, se pur in parte, qualcosa delle cifre trafugate possa tornare presto nelle loro tasche.

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