Consulenze Asl, Padoan a giudizio per danno erariale
VENEZIA. Nessun procedimento istrutturio (a monte) per motivarle e nessuna relazione finale sull’attività svolta (a valle) per valutarle. Per la Procura della Corte dei conti sono così illegittime le due consulenze che l’Asl 12 - allora governata da Antonio Padoan - nel 2009 assegnò all’ex procuratore generale Ennio Fortuna, per affiancare la commissione interna nella gestione della gara «Calore Energia di area vasta» e nell’iter del mai decollato Centro di terapia protonica dell’ospedale all’Angelo.
Un totale di 23 mila euro di soldi pubblici spesi illegittimamente - secondo l’accusa mossa dal sostituto procuratore contabile Chiara Imposimato - con un danno erariale del quale sono chiamati a rispondere l’ex direttore generale Antonio Padoan (per il 40 per cento della spesa, 9.492 euro), l’ex direttrice amministrativa Maria Alessandra Massei (per lo stesso importo), la responsabile dell’Unità operativa impianti Adriana Zuccato (per 2.350 euro) e il responsabile dell’Unità operativa Progettazione lavori dell’Asl 12, Girolamo Strano (per 2.396 euro). Il processo davanti ai giudici della Corte dei Conti avrà inizio il 15 aprile.
L’inchiesta è nata da una segnalazione del consigliere regionale Moreno Teso, che aveva chiesto alla Direzione attività ispettiva del Consiglio Regionale una verifica sulle consulenze delle Asl. Ora la Procura contabile muove ai quattro dirigenti l’accusa di danno erariale per colpa grave, perché «con inescusabile negligenza, imprudenza ed imperizia e ricoprendo un ruolo assolutamente apicale nell’Asl, hanno violato la normativa in tema di incarichi di consulenza, nonché la consolidata e pacifica giurisprudenza sul tema ed hanno conferito due incarichi allo stesso soggetto esclusivamente sulla base di un curriculum che il medesimo poteva vantare (Procuratore della Repubblica), senza ulteriori approfondimenti come, al contrario, prescritto».
Consulenza della quale non è restata traccia: «Non si comprende quale attività è stata resa dal consulente, la cui attività avrebbe richiesto quantomeno una relazione o altri atti datati e protocollati».
L’ex dg Antonio Padoan si è difeso spiegando che la Regione gli aveva chiesto di portare avanti il centro di terapia Protonica che era un’opera pubblica da 150 milioni di euro e la gara calore che ne valeva 250 e che, «molto preoccupato per la valenza economica delle due opere», ha assegnato la consulenza, perché «il procuratore della Repubblica ha potuto garantire massimo della trasparenza e professionalità». Per l’accusa, però, la legge prevede la possibilità di ricorrere a consulenze esterne solo in mancanza di personale specifico interno. «Non si può non evidenziare la gravità delle affermazioni del dottor Padoan», conclude la pm Imposimato, «in base alle quali una commissione formata da professionisti interni, tra cui un dirigente responsabile del servizio legale dell’azienda, senza la presenza del dottor Fortuna, avrebbe avuto un “percorso discutibile, verosimilmente incerto e probabilmente nullo”», «in spregio della normativa e della giurisprudenza». Parola alla Corte.
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