Consorzio Venezia Nuova il sindaco presenta il conto
CHIOGGIA. Il sindaco chiede 7 milioni e mezzo di euro al Consorzio Venezia Nuova per restaurare il Forte di San Felice e riqualificare l’oasi circostante.
La richiesta, assieme a altre, sarà contenuta nella “lista della spesa” che Giuseppe Casson invierà a giorni al Ministero delle infrastrutture, all’ex Magistrato alle acque e al Consorzio come opere di compensazione per i disagi patiti con il maxi cantiere del Mose e che presenterà a breve nella riunione del Comitatone.
Nella lettera sono contenute tutte le motivazioni che rendono lecite le richieste. Per “ripagare” i territori che hanno sopportato tutti i problemi e gli effetti collaterali legati a un cantiere a forte impatto ambientale sono stati accantonati 221 milioni di euro. A una quota parte di questi punta Casson che nelle richieste ha inserito anche il proseguimento del banchinamento del Lusenzo fino all’ospedale con la prosecuzione della pista ciclabile fino a Brondolo e, un domani, con il nuovo ponte sul Brenta fino a Isola Verde.
Ma è in particolare sul compendio del Forte di San Felice che Casson punta anche perché il Comune potrà acquisirlo e ristrutturarlo solo se passerà la richiesta, trattandosi di cifre insostenibili per le sole casse comunali. La richiesta è duplice, riguarda la ristrutturazione del Forte (33.000 metri quadri all’estremo nord del litorale di Sottomarina), attualmente di proprietà della Marina Militare, e la sistemazione dell’oasi, dando vita a un parco storico-naturalistico con finalità turistiche. «Il Forte costituisce patrimonio identitario di Chioggia», sostiene Casson, «rappresenta uno dei maggiori siti storici, da conservare e tramandare in un’ottica di fruizione pubblica. Obiettivo che si può raggiungere solo provvedendo al restauro e alla manutenzione dell’intero complesso, prima fortezza della Serenissima in territorio lagunare». Esiste già un progetto preliminare per il recupero approvato dalla giunta regionale nel 2007, per una spesa di 7.500.000 euro. Tra le motivazioni Casson inserisce anche una suggestione romantica, il nesso ideale tra il compendio che per 600 anni ha difeso la laguna dall’invasione del nemico e il Mose che dovrà difendere la città dalle acque alte. «La prossimità fisica tra le due opere pare non casuale», scrive Casson, «e le analogie funzionali rendono impensabile che gli interventi di compensazione del Mose non comprendano il Forte di San Felice».
Elisabetta Boscolo Anzoletti
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia