Consiglio comunale a Mestre, fuori scoppia la guerriglia
MESTRE. Lo scontro era previsto in consiglio comunale: ma è avvenuto soprattutto fuori del municipio. Un pomeriggio di guerriglia urbana tra polizia e militanti dei centri sociali nel cuore di Mestre, chiamati a raccolta dopo aver saputo che un gruppo di neo-fascisti di Forza Nuova si era presentato in via Palazzo.
I fumogeni dei militanti, i lacrimogeni della polizia, le barricate con le sedie e i tavolini dei bar, i passanti che scappano, e poi la mediazione, grazie a un gruppo di consiglieri comunali guidati da Beppe Caccia, per una conferenza stampa da tenere all’ingresso del municipio, dopo un’ora di tensione. Gli scontri sono iniziati alle 16.30, quando il sindaco aveva già dato la sua versione dei fatti - «Mai ho ricevuto da Mazzacurati soldi nelle mie mani» - e con il parlamentino locale già sospeso dopo le urla e gli insulti tra consiglieri di maggioranza e di opposizione, e anche con il pubblico. Dove c’erano anche i segretari nazionale, Roberto Fiore, e provinciale, Sebastiano Sartori, di Forza Nuova. Con loro, all’ingresso del municipio, una trentina di militanti della destra e un gruppo del comitato 9 dicembre, con il neo-fascista Gabriele Leccisi presidente dell’associazione intitolata al padre Domenico - colui che trafugò la salma di Mussolini - arrivato per l’occasione da Milano.
La presenza dei neo-fascisti al consiglio comunale di Mestre viaggia veloce con i cinguettii di Twitter e arriva all’orecchio dei militanti dei centri sociali. Tommaso Cacciari arriva da Padova, dove era a un incontro con il venetista Franco Rocchetta. Da Padova arriva anche Max Gallob, del Pedro. I no-global arrivano in via Palazzo, dalla parte di San Pio X, alle 16.28. Si avvicinano al municipio urlando slogan contro quelli di Forza Nuova, la polizia si mette in mezzo, per evitare lo scontro tra le parti. Va in scena il solito copione di cori, la polizia si limita a guardare. Poi dalla finestra della sala del consiglio il consigliere Beppe Caccia versa dell’acqua sui neo-fascisti, gli animi si scaldano, partono un paio di fumogeni lanciati dai no global contro i neo-fascisti che li rilanciano indietro: la polizia lancia alcuni lacrimogeni - probabilmente quattro - e carica i no global, facendoli retrocedere verso San Pio X. La strada e i portici si riempiono di fumo con le persone, compresa una nonna con un bimbo nel passeggino, che cercano rifugio nei bar. La gelateria Grom si riempie.
I giovani dei centri sociali provano senza riuscirsi a riavvicinarsi al municipio, spuntano un paio di caschi - nessuno però li indossa - e per fermare la polizia rovesciano sedie e tavolini della pizzeria Garibaldi - a quell’ora chiusa - dove a causa di un fumogeno vanno a fuoco un paio di tovaglie. Lo scontro a distanza tra polizia e no-global si sposta in via San Pio X, nei trecento metri di strada compresi tra via San Girolamo e via Fapanni. I ragazzi non si arrendono e tornano sui loro passi, la polizia spara in aria un altro lacrimogeno, e poi arretra di nuovo all’ingresso di via Palazzo, dove le persone assistono a bocca aperta al confronto, con una psicologa che arriva preoccupata a chiedere cosa diavolo stia succedendo, che sta seguendo alcuni pazienti che si sono spaventati a morte.
Succede anche questo, mentre dalla sala del consiglio comunale - con i lavori che procedono in un clima surreale - scendono alcuni consiglieri. Sono da poco passate le cinque del pomeriggio. Ci sono Beppe Caccia e Camilla Seibezzi (In Comune), Sebastiano Bonzio (Rifondazione), ma anche Claudio Borghello e Gabriele Scaramuzza (Pd). I ragazzi dei centri sociali vogliono avvicinarsi al municipio, per fare una conferenza stampa con i giornalisti. «Sono cittadini veneziani», si arrabbia Caccia, «hanno diritto di entrare nel municipio della loro città». Nel frattempo i militanti di Forza Nuova, che erano arrivati in gran parte da Treviso e Verona, hanno abbandonato la piazzetta all’ingresso del municipio. Inizia il confronto con il dirigente della Digos veneziana, Ezio Gaetano e nel frattempo il clima si rasserena. La trattativa arriva a una mediazione: il blocco della polizia arretra, fino all’ingresso del municipio, i no global accettano di poter dire la loro all’inizio della breve scalinata che, infilandosi sotto i portici, porta all’ingresso del municipio. «Il consigliere Caccia ci ha buttato l’acqua dando il segnale di iniziare la battaglia», attaccherà Fiore a fine giornata. «Volevo rinfrescare le idee di questi fascisti anche se sono comprensibile che è un’impresa impossibile», la replica. Alle 17.30 via Palazzo torna la via degli spritz.
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