Conservatorio di Venezia senza fondi, tagliati i corsi di jazz
VENEZIA. Il Conservatorio di Venezia vuole mettere la «sordina» ai corsi di Jazz, che esistono da quasi vent’anni al Benedetto Marcello e che interessano circa il 10 per cento degli studenti dell’istituzione musicale. Il nuovo direttore del Conservatorio Marco Nicolè e il Consiglio accademico hanno infatti deciso di «congelare» dal prossimo anno accademico, non accettando più iscrizioni, i corsi di jazz attuali, consentendo agli studenti già iscritti di completare il secondo e il terzo anno, abolendo poi l’insegnamento.
Tra due anni andrà infatti in pensione l’unico docente «titolare» di jazz, il professor Pietro Cappelletti, che insegna pianoforte jazz, mentre gli altri docenti sono tutti a contratto. Il corso si blocca per risparmiare sui costi, come spiega lo stesso direttore del Conservatorio.
«Il nostro istituto ha problemi economici» spiega il professor Nicolè «e l’impianto dei corsi di jazz risulta particolarmente costoso, perché quasi tutti i docenti sono a contratto e dunque gravano sui nostri bilanci. Dovendo tagliare le spese, «congelare» i corsi di jazz, non accettando nuove iscrizioni, ci è parso inevitabile, anche proseguiranno per gli studenti già iscritti. In futuro vedremo cosa fare».
Pacata ma anche critica l’analisi del professor Cappelletti. «Abbiamo saputo della decisione di bloccare i corsi di jazz solo dopo che il direttore e il Consiglio Accademico avevano già ratificato la decisione» spiega, «e la cosa ci ha lasciato sconcertati. Anche se formalmente non viene detto, la prospettiva è quella di chiudere definitivamente i corsi di jazz entro due anni, quando io andrò in pensione, senza sostituirmi con un nuovo docente. Se così sarà, il Conservatorio di Venezia sarà l’unico, insieme a Novara, tra i 54 conservatori italiani a non avere più gli insegnamenti di musica jazz. Per questo abbiamo già raccolto le firme per chiedere un convocazione straordinaria del Consiglio dei docenti per discutere della decisione. I costi sono più alti perché, a differenza di quello che è avvenuto in altri conservatori, a Venezia non sono state attivate altre cattedre permanenti di jazz oltre la mia. Alla notizia del possibile smantellamento dei corsi abbiamo già ricevuto la solidarietà di un grande musicista italiano di jazz come Paolo Fresu, che è presidente della federazione nazionale “Il Jazz Italiano”. Ci possono essere anche altre soluzioni alla chiusura, come ad esempio l’istituzione del numero chiuso o l’attivazione di nuove cattedre come la tromba o il contrabbasso jazz in grado di attirare nuovi iscritti. Noi non ci rassegniamo».
Anche gli studenti di jazz del conservatorio si sono riuniti in questi giorni per discutere della situazione e durante un concerto tenutosi in questi giorni in Conservatorio, anche il pubblico è stato messo al corrente della situazione. I corsi di jazz attualmente attivi al conservatorio sono quelli di basso elettrico, batteria e percussioni, pianoforte, saxofono, tromba, canto, chitarra. Si attende ora la riunione del Consiglio dei docenti del Consevatorio per capire se la decisione è presa o se c’è ancora la possibilità di salvare il jazz al Conservatorio.
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