Coniglio: «Da Mestre parta la beatificazione di don Franco»
Un premio destinato a celebrare chi, con spirito di gratuità e altruismo, si spende per migliorare la città, rendendola un luogo sicuro e più accogliente: ieri sera, al Centro Le Grazie di via Poerio, è andata in scena la seconda edizione del Memorial Gabriele Sinopoli, iniziativa nata dall'impegno del coordinatore del gruppo Mestre Off Limits, Fabrizio Coniglio, e intitolata al 64enne mestrino morto su un letto d'ospedale un anno e mezzo dopo una brutale e insensata aggressione da parte di alcuni giovani delinquenti, avvenuta nel settembre di quattro anni fa tra via Verdi e via Manin.
Il violento pestaggio, i cui motivi continuano a risultare nebulosi, aveva infatti causato a Sinopoli un gravissimo ematoma cerebrale, risoltosi in ricoveri continui, crisi epilettiche ed interventi al cervello, durati fino al decesso, datato 11 aprile 2014. Nel 2015 la prima edizione dell'evento aveva celebrato il poliziotto Ivano Mestriner, quest'anno invece il premio ricorderà la figura di don Franco De Pieri, fondatore del centro Don Milani: «Una persona che ha tirato fuori seimila ragazze e ragazzi dal tunnel della droga, facendone poi padri e madri responsabili e oggi impegnati a costruire il futuro della nostra città», ha spiegato Coniglio. «Se ci fossero più individui come don Franco vivremmo in una società migliore: è una stella quella che noi festeggiamo».
A ritirare il riconoscimento i familiari del religioso, stroncato da un infarto lo scorso 23 dicembre, all'età di 77 anni. La serata di ieri, alla presenza del responsabile della questura di via Ca' Rossa, Eugenio Vomiero, si è aperta con un minuto di silenzio in onore delle vittime degli attacchi terroristici di Bruxelles: «Vista la gravità dell'accaduto avevamo valutato l'ipotesi di rimandare la premiazione», ha dichiarato Coniglio, «ma proprio la luminosa figura di don De Pieri ci ha indotto a non alterare il programma, come gesto di speranza. Avevamo già deciso a settembre chi sarebbe stato il nostro premiato e quando ne abbiamo parlato con lui don Franco ci aveva risposto con l'umiltà che lo contraddistingueva, chiedendoci perché proprio lui. Ora, guardando tutto quello che ha fatto per noi, ci chiediamo se non ci sia la possibilità di avviare un processo di beatificazione per Franco De Pieri: siamo sicuri che tutta la città sosterrebbe questa idea».
A riprova di quanto sostenuto, all'udire queste parole metà sala del centro Le Grazie si è alzata in piedi, applaudendo con calore. Con la voce rotta dal pianto, anche Marzia Sinopoli, vedova della vittima a cui è dedicato il premio, ha voluto ricordare il marito e la statura di De Pieri: «Don Franco conosceva la famiglia Sinopoli, lavoravano assieme per aumentare la consapevolezza sul tema delle droghe, a riprova che il destino ha davvero un disegno per certe persone». La vedova ha poi rivolto un pensiero anche alle sette studentesse italiane morte in Spagna e alle loro famiglie e, dopo il saluto del commissario, ha consegnato, accompagnatasul palco dal figlio Filippo, la targa commemorativa ai fratelli del religioso. La serata si è poi chiusa con un concerto per pianoforte.
Giacomo Costa
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