Congelati i libri danneggiati della Querini. Salvati grazie all’intervento della Bofrost

Dopo l'acqua alta i preziosi volumi sono stati trasportati in una cella frigorifera in attesa di restauro 

SAN VITO AL TAGLIAMENTO. Solo il “gelo” li salverà. Parliamo dei libri della Fondazione Querini Stampalia finiti sott’acqua durante l’eccezionale ondata di maltempo che ha colpito Venezia l’altra settimana, e che oggi, impacchettati e inscatolati, sono stati depositati nella grande cella frigorifera di Bofrost a Casale sul Sile, in attesa di venire trasferiti a San Vito al Tagliamento. Era già accaduto che preziosi volumi come gli “Esercizi spirituali” di padre Agostino da Fusignano o il “De officio subditi regularis” di Laurentius Peyrinis, venissero accatastati tra pesce surgelato e verdure in cubetti, sempre sotto zero, nei magazzini dell’azienda di San Vito, leader nella distribuzione di prodotti surgelati in tutta Italia. L’esperienza precedente è nata dopo il terremoto dell’Aquila, quando 52 volumi, risalenti al 17° e 18° secolo, provenienti dal convento di Santa Chiara, vennero recuperati dopo il sisma del 6 aprile 2009 tra le macerie, gravemente danneggiati, intrisi di umidità, e dopo essere stati schedati e impacchettati avvolti nella pellicola, vennero congelati. In maniera artigianale, ricorrendo ad un freezer domestico, e poi trasferiti in un deposito della Bofrost.

Una “lezione”, quella del congelamento dei libri allo scopo di preservarli e rendere possibile il procedimento inverso senza danni, già sperimentata nel 2002 in Germania, dopo l’esondazione dell’Elba, e anche in Toscana. Quest’anno il danno è avvenuto a Venezia, con gli ormai troppo frequenti eventi di acqua alta, che hanno interessato alcune sedi della Fondazione Querini Stampalia. E qui il caso ha fatto sì che la moglie del caposettore della Bofrost, Antonella Cappellesso, lavorasse per Vez, la rete bibliotecaria del Comune di Venezia. Del problema gravissimo dei danni al patrimonio librario Antonella ne ha parlato con il marito, Roberto Gatti, che ben ricordava l’escamotage del congelamento dei volumi già effettuato anni prima. Da qui la richiesta ufficiale all’azienda, «e noi ovviamente abbiamo detto sì – spiega Gianluca Tesolin, ad di Bofrost – mettendo a disposizione il magazzino di Casale sul Sile e probabilmente prima di Natale, i volumi verranno trasferiti a San Vito al Tagliamento». Dalla sede della Fondazione sono quindi partiti 363 scatoloni del peso di 15 chili ciascuno, trasportati con una barca dotata di frigoriferi fino al camion refrigerato e quindi al magazzino dove sono stati stivati in 15 pallets. . Dal problema alla soluzione sono trascorsi solo due giorni e giovedì l’operazione è stata completata. —

Elena Del Giudice

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